La domanda per l’Assegno di Inclusione è quanto di più particolare c’è oggi. Perché il nuovo sussidio va richiesto all’INPS da chi rientra nel perimetro dei potenziali beneficiari e naturalmente, da chi rispetta i requisiti prescritti.
Ma in alcuni casi anche chi sulla carta sarebbe escluso dalla misura, potrebbe presentare domanda e vedersela accolta. L’INPS dirà ok alla domanda di Assegno di Inclusione, ma solo a determinate condizioni e con determinati limiti anche a chi non dovrebbe averne diritto.
A chi si rivolge?
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Il Reddito di Cittadinanza non aveva alcun limite di platea. bastava rientrare nei requisiti previsti e chiunque poteva percepire il sussidio. Giovani e meno giovani, famiglie numerose o nuclei familiari mono componente. Con l’Assegno di Inclusione invece tutto cambia. La misura ha una netta delimitazione di platea. Possono avere il nuovo sussidio solo i seguenti soggetti:
- Invalidi;
- over 60;
- minori di 18 anni;
- presi in carico dai servizi sociali o sanitari.
Cosa significa tutto ciò? Che per chi non rientra in queste categorie, non ci sarà possibilità di prendere l’Assegno di Inclusione. Ma questo non vuol dire che non potranno presentare domanda. Infatti anche questi soggetti hanno il diritto di presentare domanda di ADI, ma solo se all’interno del loro nucleo familiare hanno almeno un soggetto tra quelli prima citati. Solo che il sussidio, come importo, sarà calibrato solo sui soggetti che rientrano nel perimetro dei beneficiari e non sugli altri di età compresa tra i 18 ed i 59 anni.
L’INPS dirà ok alla domanda di Assegno di Inclusione
Soggetti di età compresa tra i 18 ed i 59 anni potranno rientrare nel beneficio anche se non sono propriamente invalidi, se hanno altre problematiche. Si tratta dei cosiddetti affidati ai servizi sociali o sanitari. In pratica, soggetti che hanno patologie che magari non sono state considerate tali da risultare invalidi, ma che al momento sono talmente gravi da avere lo stesso bisogno di assistenza. Affetti da disturbi psichici, oppure soggetti alle prese con dipendenze da droga, alcol o gioco.
In pratica, tutti coloro che per via di queste problematiche, anche se sono come età, occupabili, non possono essere ricollocati al lavoro. Ecco quindi spiegato come anche un soggetto che per età dovrebbe rientrare nel Supporto Formazione e Lavoro e non nell’Assegno di Inclusione, alla fine potrebbe beneficiare lo stesso di quest’ultima misura. In questo caso però serve che la struttura che lo ha preso in carico, sia essa l’ASL competente per territorio o il servizio sociale del proprio comune, confermi la presa in carico all’INPS.