Con il team di Redazione analizzeremo i casi in cui l’INPS assicura assegni di invalidità a chi soffre di malattie cardiache. Conviene anzitutto sottolineare che gli assegni ordinari di invalidità sono differenti rispetto alla pensione di invalidità.
Cambiano totalmente i requisiti necessari e soprattutto le percentuali di inabilità che la Commissione sanitaria INPS attribuisce a seguito della visita di accertamento. Nell’articolo “Le 3 malattie cardiache che danno diritto alla pensione di invalidità” troverete indicazioni relative a specifiche patologie. Sono 3 difatti i disturbi dell’apparato cardiocircolatorio che conferiscono subito il riconoscimento al rateo pensionistico. A queste forme di scompenso cardiaco il medico legale INPS concede la percentuale di inabilità pari al 100% e spesso anche l’indennità di accompagnamento.
Quando la percentuale di invalidità risulta inferiore al 100% il paziente cardiopatico matura il diritto ad un’altra prestazione economica. Ci riferiamo nello specifico all’assegno ordinario di invalidità che l’Ente previdenziale eroga a chi presenta infermità e menomazioni fisiche e/o psichiche. Poiché l’INPS assicura assegni di invalidità a chi soffre di malattie cardiache conviene consultare la Legge 222/1984 per individuare i beneficiari dell’ammortizzatore economico.
L’INPS assicura assegni di invalidità a chi soffre di malattie cardiache
Indice dei contenuti
L’assegno ordinario di invalidità spetta ai pazienti che presentano limitazioni dell’attività pari o superiori al 74%. Al di sotto di questa percentuale di inabilità il cardiopatico ha diritto all’esenzione dal pagamento del ticket sanitario, ad ausili, protesi e collocamento obbligatorio. Rientrano invece nella platea dei beneficiari dell’assegno di invalidità i pazienti che soffrono di aritmie gravi la cui percentuale oscilla tra 71 e 80%.
E ancora i contribuenti che presentano coronopatie gravi e miocardiopatie con insufficienza cardiaca grave. Identico diritto alla prestazione economica maturano i soggetti con valvulopatie di grado severo, di difetti intraventricolare allo stadio IV. A questi si aggiungano i cardiopatici che soffrono di pervietà del dotto arterioso al IV stadio, di pericardite cronica e cardiopatia ipertensiva di grado severo. Per verificare ulteriori percentuali di riferimento alle patologie croniche del muscolo cardiaco si rimanda alle linee guida dell’INPS inerenti alle malattie invalidanti.