Hai ricevuto un decreto ingiuntivo, o una intimazione di pagamento da parte dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Oppure, il Comune ha provveduto ad inviarti una ingiunzione fiscale per il pagamento di alcuni balzelli. Devi sempre correre a pagare quanto si richiede? L’ingiunzione di pagamento è nulla in questi casi: ecco quando non devi pagare. Il comitato tecnico di ProiezionidiBorsa ti fornisce una guida completa.
Cos’è l’ingiunzione di pagamento e come si differenzia
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Quando parliamo di ingiunzione di pagamento ci riferiamo ad un avvertimento, una intimazione formale, che il contribuente riceve affinché paghi i propri debiti. In linea generale esistono 3 tipi di ingiunzione:
a) il decreto ingiuntivo;
b) le intimazioni che fanno seguito alle cartelle esattoriali dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione;
c) l’ingiunzione fiscale che riguarda multe, tributi locali o simili.
In relazione al tipo di ingiunzione che si riceve, è possibile rintracciare dei casi di nullità che riguardano le 3 situazioni sopra indicate. L’ingiunzione di pagamento è nulla in questi casi: ecco quando non devi pagare.
Quando si considera nullo il decreto ingiuntivo che riceve il debitore
Quando il giudice emette un decreto ingiuntivo, questo si deve notificare entro massimo 60 giorni al debitore. Dopo tale termine, è possibile opporsi in giudizio e chiederne la nullità. Un altro caso in cui si può ritenere nullo il decreto riguarda l’errato indirizzo a cui si effettua la notifica.
A proposito del decreto ingiuntivo, questo può ritenersi nullo anche quando esso si emette in assenza dei presupposti che prevede la legge. Queste situazioni rientrano nei casi di quelli che si definiscono genericamente “vizi formali” che possono rendere nulla l’ingiunzione.
A tal riguardo, segnaliamo anche le ultime disposizioni di legge che ha previsto il decreto Cura Italia. A questo proposito, segnaliamo che l’atto diventa esecutivo solo a condizione che il postino rispetti tutte le fasi di consegna stabilite. Si tratta di 4 fasi che considerano non sufficiente la semplice attestazione di consegna. Difatti, nel rispetto delle norme sull’emergenza Covid-19, si deve indicare anche il luogo fisico in cui si deposita materialmente il plico. Pertanto le 4 fasi che il postino deve rispettare sono le seguenti: accertarsi della presenza del destinatario, depositare il plico in cassetta della posta, firmare i documenti di consegna e attestare le modalità di recapito. In assenza di almeno una di queste fasi, l’ingiunzione non si considera esecutiva.
I casi di nullità delle cartelle esattoriali da parte dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione
A proposito delle cartelle esattoriali, queste si devono pagare nel termine perentorio di 60 giorni dalla notifica, pena l’esecuzione forzata. Nel termine di 60 giorni, il contribuente può impugnare l’ingiunzione se sono presenti le condizioni valide. A tal riguardo, abbiamo già proposto un elenco di tutti i possibili vizi di forma che rendono nulla la cartella di pagamento. Per consultare l’elenco completo, è possibile accedere alla pagina qui.
Come funziona per l’ingiunzione fiscale del Comune
Nel caso di una ingiunzione fiscale che invia il Comune per il recupero di multe e tributi, quali casi espongono l’atto alla nullità? Le situazioni più frequenti che rendono nullo l’atto sono:
a) quando l’ingiunzione non presenta una sufficiente motivazione;
b) quando non è presente il dettaglio degli importi da pagare;
c) se si registra una maggiorazione illecita del 10% (perché non è dovuta quando il Comune usa il mezzo dell’ingiunzione fiscale);
d) il mancato rispetto del termine di decadenza (entro il 31 dicembre del terzo anno successivo a quello in cui l’accertamento è diventato definitivo).
L’ingiunzione di pagamento è nulla in questi casi: ecco quando non devi pagare quindi. È importante conoscere le ragioni che rendono nullo l’atto. Soltanto in questo modo è possibile impugnarlo e far valere le proprie ragioni.