Quando si decide di investire i propri risparmi in titoli di Stato e, in particolare, in BOT (Buoni Ordinari del Tesoro), uno dei dubbi più frequenti riguarda l’incidenza dell’inflazione sui guadagni e il rischio che la crescita del patrimonio sia pressoché nulla.
I BOT rappresentano prodotti di investimento a breve termine, con durata massima che va dai 3 ai 12 mesi, e, nonostante siano considerati sicuri grazie alla garanzia statale, hanno un rendimento che è inevitabilmente correlato all’andamento dell’inflazione e dei tassi di interesse. Di conseguenza, la possibilità di ottenere guadagni adeguati è legata al contesto finanziario generale.
Sulla base dei dati pubblicati dall’ISTAT, è stato rilevato un incremento dell’inflazione a febbraio dell’1,7% rispetto al mese precedente. Questa variazione è dovuta principalmente alla spinta dei prezzi dell’energia e del gas ma potrebbe determinare delle conseguenze negative generalizzate per le famiglie, con un innalzamento dei costi fino a 550 euro. L’inflazione, infatti, comporterebbe l’aumento dei prezzi di generi alimentati, beni durevoli e trasporti. Se l’incremento dovesse acuirsi, il rendimento offerto dai BOT sarà sufficiente a bilanciare la perdita del potere di acquisto del denaro?
BOT e aumento dell’inflazione: i rendimenti sono in pericolo?
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Se il tasso di inflazione dovesse superare il rendimento dei BOT, allora il valore dell’investimento sarebbe in pericolo, anche se il rendimento nominale dovesse risultare positivo. Il potere d’acquisto, infatti, avrebbe inevitabilmente un calo. Questo è un elemento fondamentale da prendere in considerazione, soprattutto nell’attuale quadro economico e finanziario prevalentemente instabile.
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BOT e aumento dell’inflazione: i rendimenti sono in pericolo?
Ad esempio, nel caso in cui il rendimento dei BOT acquistati sia dell’1% ma l’inflazione del 3%, ci sarebbe un taglio effettivo del potere di acquisto. Non si può, poi, prescindere dalla politica monetaria attuata dalla BCE, che ha il compito di intervenire sui tassi di interesse proprio per combattere l’inflazione.
Quando la BCE aumenta i tassi di interesse, crescono i rendimenti dei BOT. Questo potenziamento, tuttavia, potrebbe non avere effetti immediati o non essere sufficiente. Negli ultimi anni, i tassi di interesse sono stati abbastanza bassi e questo ha portato a un’insufficienza dei guadagni dei Buoni del Tesoro.
L’importanza di diversificare per proteggere i risparmi dall’inflazione
Per mettere al sicuro i propri risparmi, è sempre consigliabile diversificare gli investimenti ed evitare di concentrate tutto il denaro in un unico prodotto. Se, infatti, l’inflazione dovesse aumentare, un mix di strumenti, come BOT, altri titoli di Stato, obbligazioni e azioni potrebbe compensare le eventuali perdite.
Un portafoglio diversificato consente di affrontare con più serenità i vari contesti economici. Ad esempio, si potrebbe pensare di acquistare i BTP Italia, che sono titoli di Stato indicizzati all’inflazione e che sono pensati proprio per tutelare il potere di acquisto. Il loro rendimento, infatti, viene adeguato al tasso di inflazione registrato dall’ISTAT.
Anche le azioni potrebbero essere utili a mitigare gli effetti inflazionistici, soprattutto quelle delle società che trasferiscono l’incremento dei costi ai consumatori, per conservare dei margini di profitto. Il mercato azionario, tuttavia, ha dei pericoli maggiori, perché non è assistito dalla tutela dello Stato, anche se potrebbe offrire guadagni maggiori nel lungo termine.
In conclusione, la convenienza dei BOT dipende dai propri progetti finanziari e dalla situazione economica generale. Se non si è disposti a rinunciare alla garanzia dello Stato o si ha necessità di liquidità a breve termine, i Buoni Ordinari del Tesoro restano una buona soluzione, anche in caso di un incremento dell’inflazione. Il potere di acquisto, però, potrebbe calare. Se, invece, si vogliono ottenere guadagni più elevati, si potrebbe diversificare il portafoglio, bilanciando sempre gli eventuali rischi.