Gli ultimi dati ISTAT hanno rivelato una preoccupante crescita dei prezzi, a causa dell’aumento dell’inflazione, che è passata dall’1,3% all’1,5%. La ragione di questa variazione è riconducibile principalmente alla crisi energetica e al rialzo dei prezzi dei beni energetici regolamentati (+27,5%).
I prezzi dei generi alimentari rimangono stabili, nonostante l’impennata nello scorso dicembre. Nel dettaglio, aumentano i prezzi sia degli alimenti lavorati sia di quelli non lavorati (+ 0,9%), con una variazione significativa del costo di patate e frutta secca e refrigerata; stesso discorso per i beni durevoli (+ 0,6%), i servizi che riguardano l’abitazione e la cura della persona e i servizi ricreativi e culturali (+ 0,4%). Scendono, invece, i prezzi legati ai servizi del trasporto marittimo (- 2,8%) e del trasporto aereo (- 22,7%). Il trasporto su rotaia, invece, registra un incremento (+ 2,1%).
Fino a 520 euro in più a famiglia: quanto pesa l’inflazione sul carrello della spesa?
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I dati raccolti dall’ISTAT sull’aumento dei prezzi destano molta preoccupazione nei consumatori. Secondo le Associazioni di categoria, una famiglia con due figli sarà costretta a spendere 520 euro in più su base annua, dei quali 192 euro soltanto per acquistare beni alimentari e bevande alcoliche. In alcuni casi, il carrello della spesa avrà un’incidenza di addirittura 212 euro.
Per una coppia con un solo figlio, invece, l’aumento sarà di 471 euro, di cui 170 euro per cibo e bevande e 190 euro per i prodotti di cura della persona e della casa. In pratica, per tutte le famiglie ci sarà un aumento medio di 133 euro soltanto per acquistare generi alimentari di prima necessità.
Massimiliano Dona, Presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, ha sottolineato come il primo mese del 2025 sia stato drammatico, a causa dell’aumento inaspettato dell’inflazione. Contro il temutissimo caro bollette dovranno essere presi seri provvedimenti, perché migliaia di famiglie rischiano la povertà assoluta nel breve periodo.