Molto probabilmente non è proprio questo il momento migliore per investire sull’oro. Le quotazioni, infatti, nel corso della settimana appena conclusasi sono scese ai minimi da oltre due anni. Gli investitori sono scappati dall’oro a causa delle aspettative di un significativo aumento dei tassi d’interesse statunitensi la prossima settimana e del dollaro forte. Poiché si prevede un aumento dei rendimenti obbligazionari, alcuni investitori hanno venduto l’oro e si sono spostati su altri asset, in particolare quelli denominati in dollari.
Ancora una volta, quindi, l’inflazione abbatte le quotazioni dell’oro che potrebbe accelerare al ribasso. Neanche la debolezza dei mercati azionari sta restituendo a questa commodity il ruolo di rifugio sicuro per gli investitori. In questa fase storica, infatti, questo ruolo è svolto dal “pianeta” America.
L’inflazione abbatte le quotazioni dell’oro che potrebbe accelerare al ribasso
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L’oro (prezzo in tempo reale) ha chiuso la seduta del 16 settembre invariato rispetto alla seduta precedente, a quota 1.677,3 dollari. La settimana, invece, si è chiusa con un ribasso del 2,61%.
Le indicazioni di trading dell’analisi grafica sul time frame giornaliero e settimanale
Con la chiusura del 16 settembre le quotazioni hanno spazzato via gli ultimi supporti che si frapponevano lungo il cammino che porta all’obiettivo più probabile in area 1.641,5 dollari. Qualora poi anche questo livello non dovesse reggere alla pressione degli orsi, allora il prezzo dell’oro potrebbe scendere fino in area 1.458 dollari.
Sul grafico abbiamo anche tracciato lo scenario rialzista (linea tratteggiata) più probabile nel caso in cui il minimo segnato il 16 settembre non venga rotto al ribasso. Una conferma di questo scenario si avrebbe con una chiusura giornaliera superiore a 1.716 dollari.
Per capire meglio quanto successo nel corso della settimana appena conclusasi ricordiamo che un’escursione massimo – minimo così importante non si vedeva da 6 mesi.
Allo stato attuale la proiezione in corso è ribassista (linea continua) e non ha più ostacoli lungo il cammino che porta in area 1.620 dollari. Gli altri obiettivi a seguire sono quelli indicati in figura.
Sul grafico abbiamo anche tracciato lo scenario rialzista (linea tratteggiata) più probabile nel caso in cui il minimo segnato il 16 settembre non venga rotto al ribasso. Una conferma di questo scenario si avrebbe con una chiusura settimanale superiore a 1.716 dollari.
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