L’omega 3 è composto da tre acidi grassi (acido linoleico, acido alfa-linoleico e acido arachidonico), ma è conosciuto anche come vitamina F. In precedenza, abbiamo parlato del fatto che l’omega 3 potrebbe, però, provocare sudorazione acida e alitosi in questi casi, anche se potrebbe essere utile ad abbassare il colesterolo cattivo.
Non solo, questa vitamina potrebbe prevenire l’arteriosclerosi, una delle cause dell’ictus, che si manifesta come una deformazione delle arterie. Ma questo potrebbe essere causato anche da un deposito eccessivo di trigliceridi che, insieme al colesterolo, potrebbero essere i responsabili di problemi cardiovascolari.
Sappiamo bene che il salmone è il pesce con maggiori quantità di omega 3 e che sono anche altri gli alimenti che ne contengono. Esempi sono alcuni tipi di frutta secca come le noci e le mandorle e gli oli vegetali. Ma non solo questi e infatti li hanno pubblicizzati come ad alto contenuto di omega 3 più del salmone e invece ecco la verità sui semi di chia.
Cosa dice la Fondazione Veronesi
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La Fondazione Veronesi ha dedicato una pagina sui “super food”, ma soprattutto sulla verità che vi si nasconde dietro. Alcuni alimenti sono stati pubblicizzati proprio utilizzando questo termine, dall’inglese cibo super, facendoci credere che siano alimenti dalle proprietà eccellenti, dall’alto contenuto di vitamine e sali minerali.
In realtà, la Fondazione smentisce che i semi di chia contengano più omega 3 rispetto al salmone. Anche se circa 17 gr contengono una grossa quantità della vitamina F, in più rispetto sia al salmone che alle sardine, in realtà si tratta di omega 3 differenti, i quali non vengono assorbiti tanto quanto quelli contenuti nel pesce. Infatti, si tratta di omega 3 cosiddetti a catena corta.
Proprio per questo motivo, la Fondazione Veronesi suggerisce di preferire sempre il pesce per l’integrazione di omega 3, ma anche dagli alimenti visti poc’anzi, nonché dall’amatissimo olio EVO.
Li hanno pubblicizzati come ad alto contenuto di omega 3 più del salmone e invece ecco la verità
Eppure esiste anche un’altra verità. Sempre la Fondazione Veronesi sembra aver, in qualche modo, ridimensionato la funzione degli omega 3 per la salute del cuore. È vero che aiuterebbero a ridurre il colesterolo cattivo, ma è altrettanto vero che comunque non sono sufficienti a proteggere il muscolo.
Sembrerebbe, infatti, che la loro “influenza” sia di bassa rilevanza e che per proteggere il cuore servano un’alimentazione sana ed equilibrata e l’attività fisica. Dunque, mangiare più verdure, bilanciando durante la settimana i carboidrati, le proteine e i lipidi. In ogni caso, consigliamo di rivolgersi direttamente al proprio medico di fiducia circa la quantità di omega 3, nonché sul regime alimentare da adottare.
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