Il fisco riscalda i motori e dal primo maggio ritorna tutto come prima.
Con il 30 aprile si chiude il periodo di sospensione di tutti gli atti amministrativi e tributari.
Sono previsti almeno 35 milioni di provvedimenti che saranno notificati ai contribuenti per accertamenti, ruoli, pignoramenti e pagamenti vari.
L’Europa potrà aiutare i contribuenti italiani?
35 milioni di atti si stanno per abbattere sui contribuenti e sui cittadini italiani. Il virus rallenta, ma il fisco no.
Gli stessi avvisi di accertamento “congelati” al 31/12/2020, relativi all’anno d’imposta 2015, saranno tra i primi ed essere notificati. Anche qui sorge un problema giuridico non indifferente, ovvero come dimostrare che l’accertamento è stato predisposto entro il 31/12/2020, termine di decadenza, ma notificato successivamente.
Questi accertamenti potranno essere notificati e spediti entro il 31/12/2021 e la ricezione potrà avvenire anche successivamente.
Un altro tassello per essere individuabili a vita e ancora una volta gli spazzi di libertà si riducono.
Sicuramente provvedimenti di questo genere non sono stati presi in altri paesi della UE, ove le regole sono rispettate da entrambe le parti, cittadini e fisco.
Avrebbero fatto sicuramente migliore figura facendo decadere questi accertamenti con i termini di legge, anche per non creare dei precedenti.
Le cattive notizie non finisco qui
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La Corte di Giustizia Europea con la recente sentenza n. C 562/2021 ha stabilito che tutti gli Stati membri sono liberissimi di istituire il sistema impositivo che ritengono più adatto al proprio Paese. L’Europa potrà aiutare i contribuenti italiani?
Nella tassazione interna i governi sono liberi da qualunque vincolo europeo.
L’applicazione di sistemi progressivi o meno rientra nel potere discrezionale di ogni Stato dell’Unione.
Quindi mano libera ad ogni tipo di tassazione.
E di sicuro il sistema progressivo sarà quello più gettonato.
L’Italia, che già non brilla per una imposizione bassa verso i contribuenti, cosa farà?
Speriamo che con questa sentenza della Corte di Giustizia Europea, il nostro Paese non si senta autorizzato ad aumentare la pressione tributaria.
Ci sono segnali positivi da parte dell’economia reale?
Un po’ di ripresa è già in corso.
Molte imprese nell’ultimo periodo avevano ripreso a pagare le rate delle varie moratorie.
Nell’arco delle ultime due settimane, secondo i dati del Ministero delle Finanze, erano ripartiti i pagamenti su 15 miliardi di moratorie.
Gli stessi mutui, oggetto di sospensione, sono passati da 280 miliardi a marzo 2020 a 173 miliardi a marzo 2021, nell’economia qualcosa si sta muovendo.
Questi segnali sono veramente positivi, sembrerebbe che la ripresa, seppur limitata, sia veramente dietro l’angolo.
Con la ripresa i pagamenti verso lo Stato riprenderanno in maniera sempre maggiore
Il Governo sta comunque pensando ad una nuova moratoria, e tutto ciò per non affossare la ripresa che dovrebbe arrivare.
Se i provvedimenti governativi andranno nel verso giusto, ovvero daranno ossigeno alla imprese, la ripresa potrà anche essere consistente. Se viceversa prevarrà, come sempre, la voglia di tassare e di sottrarre risorse all’economia per i soliti motivi di bilancio, con ogni probabilità, il grande aumento di PIL non ci sarà, o sarà solo effimero.