L’euro chiude la settimana rafforzando lo scenario che vede il cambio col dollaro in area 1.3. Come vedremo, infatti, sia sul time frame giornaliero che su quello settimanale sono state rotte importanti resistenze lungo il cammino che porta verso l’obiettivo indicato.
L’attesa debolezza dell’euro di cui parlavamo in un precedente articolo è durata lo spazio di tre sedute spingendo le quotazioni a segnare un minimo in area 1,27 prima di ripartire al rialzo.
L’euro chiude la settimana rafforzando lo scenario che vede il cambio col dollaro in area 1.3
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Time frame giornaliero
La tendenza in corso è ancora rialzista sull’euro nei confronti del dollaro (FXEURUSD) e dopo la debolezza durante lo spazio di qualche seduta ha visto le quotazioni rompere al rialzo l’importantissima resistenza in area 1,18229 (I° obiettivo di prezzo). Se questa rottura dovesse essere confermata nelle prossime sedute, si aprirebbe lo spazio per il raggiungimento di area 1,24804 (II° obiettivo di prezzo). La massima estensione passa per area 1,31354.
Viceversa, una rottura di area 1,18229 potrebbe far scendere le quotazioni fino in area 1,15733.
Time frame settimanale
Dopo due tentativi falliti, le quotazioni hanno avuto ragione in chiusura di settimana della resistenza in area 1,17956, ultimo ostacolo lungo il percorso che porta al II° obiettivo di prezzo in area 1,20695. La massima estensione del rialzo in corso si trova in area 1,28.
Una mancata conferma della rottura di area 1,17956 potrebbe far precipitare le quotazioni in area 1,13533. Qualora, poi, dovessimo assistere a una chiusura settimanale sotto questo livello allora dovremmo rassegnarci a un’inversione ribassista con rafforzamento del dollaro.
Time frame mensile
La chiusura di luglio è stata straordinaria e adesso non ci sono più ostacoli lungo il percorso che porta in area 1.3.
Conclusione: nelle prossime giornate, settimane, mesi l’euro dovrebbe continuare a rafforzarsi nei confronti del dollaro. Tuttavia nel lunghissimo periodo non bisogna sottovalutare un risveglio della moneta verde con conseguente indebolimento dell’euro, come discusso in un precedente articolo.