Legge Fornero sulle pensioni e reddito di cittadinanza a rischio nel 2023

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Con l’eventuale vittoria del centrodestra, alle elezioni politiche di settembre, è probabile che ci sarà una vera e propria rivoluzione. Non solo sulle misure di aiuto alle imprese ed alle famiglie, ma anche sulle pensioni.

Se il reddito di cittadinanza è potenzialmente a rischio nel 2023, infatti, lo stesso dicasi per la misura strutturale sulle pensioni che ha fatto più discutere in questi ultimi anni. Ovverosia la Legge Fornero che la Lega è pronta a cancellare.

A ribadirlo, attraverso i propri profili social, è stato infatti in queste ore il leader del Carroccio Matteo Salvini che, oltre alla flat tax estesa a regime pure ai lavoratori dipendenti, nell’arco di cinque anni, mira pure ad una riforma radicale del sistema pensionistico.

Legge Fornero sulle pensioni e reddito di cittadinanza a rischio nel 2023

Nel dettaglio, il leader della Lega Matteo Salvini punta a introdurre un sistema pensionistico pubblico equo. Ed anche più giusto. Da un lato con lo stop alla riforma delle pensioni del Governo Monti. E dall’altro ripristinando la Quota 100, il cui triennio sperimentale è scaduto il 31 dicembre del 2021. Lasciando il posto, per l’anno corrente, alla Quota 102 introdotta dal Governo Draghi.

È da archiviare per Matteo Salvini la Legge Fornero sulle pensioni e nello stesso tempo, oltre alla Quota 100, propone e promuove pure un’altra misura. Questa, tra l’altro, piace ai Sindacati. Si tratta, nello specifico, della Quota 41. Una misura che, se varata, permetterebbe ai lavoratori di andare in pensione a qualsiasi età a patto di aver versato 41 anni di contributi previdenziali.

Quale futuro per il reddito di cittadinanza dal prossimo anno

Inoltre, dal prossimo anno, con un Governo italiano di centrodestra l’attuale versione del reddito di cittadinanza, che è quella voluta dal Movimento 5 Stelle, potrebbe davvero avere i giorni contati. Forse, infatti, FdI, la Lega e Forza Italia, in caso di vittoria alle prossime elezioni politiche di settembre, non aboliranno la misura. Ma è plausibile ipotizzare che il reddito di cittadinanza sarà sensibilmente depotenziato.

Al riguardo, infatti, il centrodestra è compatto già da tempo nel ritenere attualmente la misura sbagliata. In quanto concede il beneficio economico anche a chi non avrebbe voglia di lavorare. Così come, spesso, dalle cronache emergono casi di cittadini che prendono il reddito di cittadinanza, ma che in realtà lo percepiscono attraverso delle truffe e delle false dichiarazioni. Dalle false residenze ai patrimoni non dichiarati che magari si trovano all’estero, passando per l’erogazione del sussidio a persone condannate.

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