Un’altra grande novità apportata dalla Legge di Bilancio 2021: sospensione dei titoli stragiudiziali e protesti cancellati d’ufficio. Per i primi si intende: i titoli esecutivi stragiudiziali quali cambiali, vaglia cambiari, ecc. Nella specie, tutti i titoli di credito esecutivi, scaduti tra settembre e gennaio, sono sospesi ed è anche prevista la cancellazione dei protesti. Senonchè, questa novità ha recato con sé una speranza per i debitori morosi.
Ma vediamo, più nel dettaglio, quale vantaggio ha introdotto la legge di bilancio, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 30 dicembre 2020, al comma 207 dell’art. 1. Segnatamente, esso prevede che: “i termini di scadenza relativi a vaglia cambiari, cambiali e altri titoli di credito e ogni altro atto avente efficacia esecutiva, che ricadono o decorrono nel periodo dal 1° settembre 2020 al 31 gennaio 2021, sono sospesi fino al 31 gennaio 2021″. Inoltre, prevede che: “i protesti o le constatazioni equivalenti, già levati nel predetto periodo, sono cancellati d’ufficio”.
Bilanciamento nel trattamento bancario
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Abbiamo visto la novità della Legge di Bilancio 2021 che ha introdotto la sospensione dei titoli stragiudiziali e protesti cancellati d’ufficio. Le regole anzidette, tuttavia, valgono per chi non ha pagato ancora. Invece, per coloro che hanno già pagato, non sussiste il diritto alla restituzione di quanto già riscosso, in quanto comunque dovuto. Allo stesso tempo si può dire che, in ambito bancario, vi sia stato un bilanciamento tra normative di svantaggio e normative di vantaggio.
Infatti, alla cancellazione di potesti e sospensione di titoli esecutivi, fa da contraltare l’applicazione delle norme europee sulle segnalazioni dell’insolvenza del debitore. Esse, come si sa, diventeranno molto più rigide a partire dal 2021. Infatti, sarà più semplice essere segnalati come cattivi pagatori alla Centrale Rischi e subirne le relative conseguenze. Si ricordi, in proposito che il regolamento Ue n. 171/2018, prevede che dal 1° gennaio 2021, chiunque ha un debito finanziario maggiore di 100 euro (di 500 per le imprese) e un ritardo nei rimborsi di oltre 90 giorni, finirà nell’elenco dei cattivi pagatori. Inoltre, sarà segnalato alla Centrale Rischi della Banca d’Italia, solo se l’importo superi l’1% dell’esposizione debitoria totale verso l’istituto di credito.