L’effetto della crisi è evidente anche dai dati di Terna

TERNA

Terna gestisce la rete di trasmissione elettrica nazionale italiana, per cui ha il polso in tempo reale di quelli che sono i consumi sia dei privati che delle industrie. Il report dei primi nove mesi del 2022 è a doppia faccia. Da un lato, infatti, i consumi nei primi 9 mesi sono in crescita dell’1,3% rispetto all’anno precedente. Dall’altro il terzo trimestre mostra un calo del 3,9% rispetto allo stesso mese del 2021. Il calo nella richiesta di energia arriva soprattutto dalle industrie, ma anche i consumi privati sono in leggero calo. Non a caso, infatti, c’è un nuovo Bonus bollette senza ISEE e novità a salvaguardia dei morosi. Riassumendo, quindi, l’effetto della crisi è evidente anche dai dati di Terna.

Ma quali sono le prospettive per il gestore della rete?

Incominciamo subito col dire che Terna è uno di quei titoli cosiddetti difensivi e i dettagli sono stati già discussi in un precedente articolo. Qui ci limitiamo a ricordare che, in quanto difensive, le azioni Terna sono particolarmente adatte nei periodi di turbolenza sui mercati azionari. In queste situazioni, infatti, il titolo muovendosi più lentamente del mercato non espone gli investitori a grosse perdite.

Di interessante sul titolo, poi, c’è il rendimento del titolo che storicamente si è sempre mantenuto sopra il 4%. Per gli analisti, invece, il prezzo obiettivo medio è in quasi in linea con le attuali quotazioni (sottovalutazione di circa il 5%).

L’effetto della crisi è evidente anche dai dati di Terna: le indicazioni dell’analisi grafica

Il titolo Terna (MIL:TRN) ha chiuso la seduta del 26 ottobre a 6,64 euro, in rialzo dell’1,03% rispetto alla seduta precedente.

La proiezione in corso è rialzista e a brevissimo potrebbe entrare in contatto con la resistenza in area 6,706 euro (II obiettivo di prezzo). Il superamento di questo livello, poi, potrebbe aprire le porte a un’accelerazione rialzista verso la massima estensione in area 7,076 euro (III obiettivo di prezzo).

La mancata rottura della resistenza in area 6,706 euro potrebbe favorire un ritracciamento fino in area 6,336 euro. Qualora, però, questo livello dovesse essere rotto al ribasso, allora potrebbe assistere a un’accelerazione ribassista i cui obiettivi, sicuramente sotto 6 euro, potranno essere calcolati solo in seguito.

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