Nel nuovo millennio, purtroppo, è sempre più frequente riscontrare casi di persone che sviluppano malattie a livello psicologico. Proprio la sfera della psiche ha un ruolo fondamentale non solo per il benessere mentale, ma anche per quello fisico e spesso, situazioni irrisolte, generano problemi seri.
È il caso dei disturbi alimentari, che rientrano tra i disturbi del comportamento e si manifestano con delle azioni ben specifiche. Ma anche l’educazione che abbiamo ricevuto nella nostra infanzia e l’influenza di chi ci sta attorno gioca un ruolo fondamentale. Spesso infatti, i traumi che ci portiamo dentro, sono frutto di esperienze che abbiamo immagazzinato senza rendercene conto.
Le tre frasi tossiche sul cibo che ci hanno erroneamente inculcato da bambini
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Genitori, facciamo attenzione al modo in cui ci poniamo con i nostri bambini. I bambini sono come delle piccole spugne, che assorbono tutto ciò che gli sta attorno. Tutti gli stimoli provenienti dall’esterno sono uno dei primi modi che i bambini hanno per conoscere il mondo.
Il momento di sedersi a tavola, magari con tutta la famiglia, è un vero e proprio rituale che influenza molto il nostro modo di vedere la famiglia. Non c’è momento di ritrovo più intimo durante la frenesia delle giornate che la condivisione dei pasti. In quel momento, tutti siamo pronti a condividere il pranzo o la cena, ma anche i racconti della nostra giornata.
La tavola, poi, è il primo luogo in cui i genitori dispendiamo pillole del buon comportamento ai bimbi. Non poggiare i gomiti sul tavolo, impugnare bene le forchette, non dondolare con la sedia, sono solo alcune delle cose che ci sono state inculcate. Ma alcune, in particolare legate all’alimentazione, hanno una forza potenzialmente distruttiva per il nostro rapporto con il cibo. Ecco quali sono le tre frasi tossiche sul cibo che ci hanno erroneamente inculcato da bambini.
Vediamole insieme
Quante volte da bambini ci sarà capitato di sentirci dire queste frasi o di rivolgerle noi stessi ai nostri bambini?
- “se non mangi tutto, niente dolce”;
- “devi mangiare tutto quello che hai nel piatto!”;
- “se fai il bravo, ti compro il gelato”.
Riflettiamo sul perché queste frasi siano potenzialmente dannose per il rapporto con il cibo. In primis perché il cibo è cibo, al di là delle nostre preferenze e non bisogna fare nulla per meritarlo. Avere come ricompensa qualcosa di buono, come premio a un sacrificio, è un modo per far credere al bambino che il dolce sia un qualcosa da guadagnarsi, un premio.
E il cibo non è mai un premio per qualcosa. In secondo luogo poi, il nostro corpo è in grado di autoregolarsi. Bisogna solo imparare ad ascoltarlo e a fidarsi di lui. Costringere un bambino a finire tutto ciò che ha nel piatto, a prescindere dal suo senso di sazietà, creerà sensi di colpa verso il cibo. Ma non solo, non gli consentirà di conoscere il suo senso di fame o sazietà e autoregolarsi.
Come vediamo, dunque, tutto ciò che diciamo e il linguaggio che scegliamo di utilizzare, fa davvero la differenza sull’educazione dei più piccoli. Fare attenzione alla sensibilità dei nostri bambini, ci consentirà di crescere degli adulti più consapevoli diminuendo così i potenziali rapporti conflittuali con l’alimentazione.