Dopo un inizio settimana che aveva visto il prezzo del petrolio cedere più del 5%, le tensioni in Medio Oriente accendono il prezzo del petrolio e lo spingono al rialzo di circa il 3% in una sola seduta. Tuttavia, questa ripresa nell’ultima seduta della settimana non sembrerebbe avere cambiato, almeno per il momento, il destino del petrolio.
Cosa ha scatenato il rialzo dell’oro nero?
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I prezzi del petrolio sono saliti di circa il 3%, raggiungendo i massimi di una settimana, venerdì, sulle preoccupazioni che le tensioni tra Israele e Gaza possano estendersi in un conflitto più ampio che potrebbe interrompere le forniture globali di greggio.
Nonostante il rialzo finale, però, gli scambi sul petrolio sono stati incostanti. All’inizio della sessione, i prezzi del petrolio sono saliti di oltre 2 dollari al barile dopo che l’esercito americano ha colpito obiettivi iraniani in Siria. Poi i prezzi sono andati in territorio negativo, mentre sui mercati sono arrivate le notizie sui colloqui di mediazione tra il gruppo militante Hamas e Israele, condotti dal Qatar in coordinamento con gli Stati Uniti.
Alla fine, però, hanno prevalso i timori di un allargamento del conflitto.
Le tensioni in Medio Oriente accendono il prezzo del petrolio, ma nulla è ancora compromesso: le indicazioni dell’analisi grafica
Il petrolio ha chiuso la seduta del 27 ottobre a quota 85,54 $, in rialzo del 2,80% rispetto alla seduta precedente. La settimana si è chiusa con un ribasso del 2,88% rispetto alla chiusura settimanale precedente.
Time frame giornaliero
Al momento possiamo individuare due livelli all’interno dei quali le quotazioni si sono mosse nel corso degli ultimi mesi: 81,49 $ – 91,45 $. A questo punto solo la rottura di uno dei due livelli indicati potrebbe dare direzionalità alle quotazioni. I due scenari, quello rialzista e quello ribassista, sono indicati in figura dalla linea tratteggiata e continua, rispettivamente.
Time frame settimanale
Dopo il ribasso settimanale di inizio ottobre così importante come non si vedeva da marzo 2023, la settimana appena conclusasi è stata la terza consecutiva di inside. Rimane, quindi, una situazione di incertezza che verrebbe spazzata via al rialzo solo con chiusure settimanali superiori a 90,86 $. Al ribasso, invece, solo una chiusura settimanale inferiore a 80,48 $ potrebbe favorire un’accelerazione ribassista secondo lo scenario mostrato in figura dalla linea tratteggiata.
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