Nell’ambito dell’aspro confronto commerciale e tecnologico che vede su fronti opposti USA e Repubblica popolare cinese, uno dei più allarmanti timori dell’amministrazione Biden riguarda, il c.d. “dual use risk” relativo ai dispositivi di intelligenza artificiale che incorporano chip di ultima generazione. Tali dispositivi, infatti, nati ufficialmente per impieghi civili potrebbero essere rapidamente convertiti ad usi in campo militare. Le tecnologie di intelligenza artificiale come fattore geopolitico nello scontro tra grandi potenze, entriamo nell’argomento.
Il futuro
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A tal riguardo, in un recente lavoro di Carrozza, Marsh & Reichberg (Carrozza, Ilaria; Nicholas Marsh & Gregory M. Reichberg (2022) Dual-Use AI Technology in China, the US and the EU: Strategic Implications for the Balance of Power. PRIO Paper. Oslo: PRIO) analizza la tecnologia dell’intelligenza artificiale (IA) a doppio uso come elemento centrale dell’attuale competizione tra grandi potenze. Gli autori esaminano i progressi nello sviluppo e nella regolamentazione della tecnologia AI a duplice uso in Cina, nell’Unione Europea e negli Stati Uniti e considerano le implicazioni strategiche di questi sviluppi per l’equilibrio di potenza. Lo studio conclude che, mentre in futuro nessuna singola potenza emergerà completamente incontrastata nel regno tecnologico, i Paesi devono fare scelte strategiche che tengano conto sia delle opportunità che dei rischi associati alle tecnologie emergenti e alle loro applicazioni militari.
Strategie
La strategia del Governo degli Stati Uniti per vincere la competizione globale nello sviluppo dell’intelligenza artificiale (IA) è stata incentrata su diversi pilastri chiave:
Investimenti in Ricerca e Sviluppo: il Governo degli Stati Uniti ha previsto investimenti significativi in ricerca e sviluppo nell’ambito dell’IA. Ciò include il sostegno finanziario a istituzioni accademiche, laboratori di ricerca e imprese private impegnate nello sviluppo dell’IA.
Collaborazione Pubblico-Privata: è stata promossa una stretta collaborazione tra il settore pubblico e privato per accelerare l’innovazione nell’IA. Questa partnership mira a condividere risorse, competenze e dati per promuovere lo sviluppo dell’IA e tradurlo in applicazioni concrete.
Formazione e istruzione: la formazione di professionisti nell’ambito dell’IA è stata identificata come una priorità. Ciò comprende programmi di istruzione formale e informale, nonché iniziative per la formazione continua di esperti nell’IA.
Regolamentazione responsabile: il Governo degli Stati Uniti si è impegnato a stabilire regole e linee guida per l’uso etico e responsabile dell’IA, affrontando le questioni legate alla sicurezza, alla privacy e all’impatto sociale.
Sostegno all’adozione dell’IA in settori chiave: ci sono sforzi mirati per promuovere l’adozione dell’IA in settori chiave come la sanità, l’energia, l’agricoltura e la difesa.
Attrarre e mantenere ricercatori e professionisti talentuosi: Il Governo degli Stati Uniti ha cercato di attirare e trattenere talenti nell’ambito dell’IA, sia attraverso politiche di immigrazione che attraverso programmi di incentivi.
Sicurezza e Difesa: Sono state allocate risorse per sviluppare e utilizzare l’IA in applicazioni di sicurezza nazionale e difesa.
Promuovere la Standardizzazione e la condivisione di dati: La promozione di standard aperti e la condivisione di dati sono stati identificati come fattori critici per lo sviluppo efficace dell’IA.
Diplomazia e cooperazione internazionale: gli Stati Uniti hanno cercato di collaborare a livello internazionale per stabilire standard globali e promuovere la cooperazione nella ricerca e nello sviluppo dell’IA.
Le tecnologie di intelligenza artificiale come fattore geopolitico nello scontro tra grandi potenze: il fattore chiave
Dal canto suo la Repubblica popolare cinese, secondo alcuni analisti, potrebbe presto acquisire un vantaggio competitivo nello sviluppo delle tecnologie dual use, in particolare di quelle basate sull’intelligenza artificiale. Ciò sarebbe dovuto a diversi fattori, primo tra tutti l’implementazione di quella strategia governativa detta “fusione militare-civile” e, in secondo luogo, a diverse leggi nazionali e linee guida del Partito comunista cinese (Pcc) che vanno nella medesima direzione.
Il fattore chiave resta comunque quello della fusione tra settore militare e civile che è parte del piano elaborato dal Pcc per trasformare, entro il 2050, le forze armate cinesi in un “esercito su scala globale”. Sulla base di queste politiche, pertanto, le aziende del settore civile che sviluppano nuove tecnologie sono incentivate a condividerle con le strutture governative cinesi, ai fini del loro trasferimento tecnologico nel settore militare e viceversa, secondo uno scambio reciprocamente vantaggioso.
Ad ulteriore potenziamento di questa strategia il Partito comunista cinese ha impiantato dei suoi Comitati politici all’interno di 35 grandi corporation del settore hi-tech, per meglio controllare ed orientare tali processi, garantendo così un rigido allineamento con gli obiettivi del Partito stesso.
Il punto nodale è quindi che lo scontro in atto non è soltanto tecnologico, ma è un conflitto profondo tra modelli sociali e culturali diversi: le liberal-democrazie occidentali, pur con tutti i loro limiti, si trovano a fronteggiare, nel caso cinese, uno stato tecno-autoritario che non esita a subordinare i diritti individuali ad esigenze ideologiche, spesso contrarie agli interessi dei suoi cittadini.
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Care amiche e cari amici,
siete tutti cordialmente invitati al nostro evento del 7 dicembre, che avrà inizio alle 16:30 presso il Circolo degli Affari Esteri e tratterà il tema affascinante de: “La capacità predittiva dei flussi di capitale”.
I grandi flussi di capitale posseggono una forte valenza predittiva. Dall’esame dell’allocazione degli investimenti internazionali, è infatti possibile anticipare gli eventi globali e prevedere gli effetti che si verificano nel breve e nel lungo termine dall’intersezione di finanza, tecnologia e geopolitica.
A questa e alle altre complesse domande poste dai nuovi paradigmi economici risponderanno i relatori in questo incontro di studio, mescolando esperienze nel settore pubblico, nel settore privato, dal lato delle autorità di vigilanza e dal lato dei mercati.
AGENDA
Paolo Savona, Presidente della Commissione nazionale per le società e la borsa
John Douglas Stewart, Esperto di analisi finanziaria
Sergio Vento, Ambasciatore Emerito, Consigliere diplomatico dei presidenti del consiglio Giuliano Amato, Carlo Azeglio Ciampi, Silvio Berlusconi e Lamberto Dini.
In occasione della presentazione del libro di Bepi Pezzulli:
“Capitali coraggiosi – Un viaggio nella finanza privata dalle strade di San Francisco ai grattacieli di Wall Street”, Armando Editore.
INTRODUZIONE E INDIRIZZO DI SALUTO A CURA DI:
Pierfrancesco Savona, Italian International Economic Center.
Pierluigi Testa, Presidente del Think Tank Trinità dei Monti.