Il listino italiano presenta una forte componente bancaria. Il 25% dei primi 30 titoli di Piazza Affari, infatti, appartiene al settore bancario. Settore che con l’aumento dei tassi potrebbe ricavarne importanti benefici sfruttando un differenziale dei tassi più elevato. A proposito dei conti correnti, è interessante conoscere i rischi che si corrono nel caso di un contenzioso con l’Agenzia delle Entrate.
Tra la pletora di bancari quotati a Milano, Credem è tra quelli che nell’ultimo anno si sono comportati meglio.
L’analisi fondamentale come vede questo titolo?
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Fatta eccezione per il Price to Book ratio, qualunque sia l’indicatore utilizzato Credem risulta essere sottovalutato. Ad esempio, con un rapporto prezzo su utili a 5,3 da confrontare a quello medio del settore di riferimento italiano pari a 6,5, i livelli di valutazione del titolo sono molto bassi. Stiamo, quindi, parlando di una sottovalutazione di circa il 20%.
Il rapporto tra prezzo e fatturato, nel caso di Credem pari a 1,5, è inferiore a quello della media del settore di riferimento. Tuttavia, in assoluto è leggermente elevato.
Secondo il fair value, invece, calcolato con il metodo del discounted cash flow, esprime una sopravvalutazione del 50% circa.
Gli analisti che coprono il titolo hanno un prezzo obiettivo medio che esprime una sottovalutazione del 15% circa.
Le resistenze frenano uno dei migliori titoli bancari italiani: le indicazioni dell’analisi grafica
Il titolo Credem (MIL:CE) ha chiuso la seduta del 21 ottobre in rialzo dello 0,52% rispetto alla seduta precedente a quota 5,83 euro.
La tendenza è in corso sul titolo, ma le resistenze frenano uno dei migliori titoli bancari italiani. Come si vede dal grafico, infatti, la forte area di resistenza a 5,84 euro (I obiettivo di prezzo) da quattro giorni respinge gli attacchi dei rialzisti. Una chiusura giornaliera superiore a questo livello potrebbe aprire le porte a un allungo almeno fino in area 6,22 euro. La massima estensione rialzista, invece, potrebbe andare a collocarsi in area 6,60 euro (III obiettivo di prezzo).
Una chiusura giornaliera inferiore a 5,70 euro, invece, potrebbe far invertire al ribasso con obiettivo più probabile in area 5,41 euro. A seguire, poi, l’obiettivo in area 4,94 euro.
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