Le Regioni pagano 590 euro d’integrazione anche a pensionati e titolari di assegno d’invalidità con questi requisiti

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Persino chi già percepisce la pensione ha diritto a ricevere ulteriori somme di denaro in alcuni casi. Vi sono infatti prestazioni previdenziali che non prevedono limiti di cumulo. Il che significa che è possibile dichiarare altri redditi senza far scattare il taglio del rateo mensile. Per altri contribuenti invece ecco di quanto l’INPS abbasserà le pensioni inferiori a 1.400 euro nei primissimi mesi del 2022. Del resto non è semplice orientarsi nella giungla di conguagli e trattenute e spesso il pensionato non riesce ad informarsi adeguatamente. Molte delle agevolazioni e misure a sostegno dei redditi bassi richiedono infatti un’esplicita richiesta da parte del potenziale beneficiario.

Non è infatti l’Ente previdenziale che procede ad accreditare in modo automatico eventuali prestazioni economiche. In caso di mancato invio di certificazioni e dati specifici si rischia addirittura la sospensione del diritto al trattamento pensionistico. La Redazione avvisa i Lettori che l’INPS sospende il pagamento delle pensioni per 2 mesi a chi non presenta questa documentazione per tempo.

Allo stesso tempo l’INPS garantisce l’erogazione di assegni mensili che possono essere cumulati con altri redditi. In particolare le Regioni pagano 590 euro d’integrazione anche a pensionati e titolari di assegno d’invalidità con questi requisiti. Ciò significa che rientra nelle competenze delle Regioni individuare i soggetti che hanno diritto a somme di denaro aggiuntive.

In seconda battuta è l’INPS che provvede ad effettuare i pagamenti mensili. La percezione di tali assegni richiede tuttavia il rispetto di alcune specifiche condizioni. Prima fra tutte la presentazione di tutta la documentazione necessaria all’accesso a tali misure a sostegno. Ricordiamo infatti che oltre alle vedove anche questi sfortunati pensionati dovranno restituire soldi all’INPS se non comunicano immediatamente questi dati.

Le Regioni pagano 590 euro d’integrazione anche a pensionati e titolari di assegno d’invalidità con questi requisiti

Vi sono alcune pensioni non cumulabili o limitatamente cumulabili con altri redditi. Ma esistono anche trattamenti e misure assistenziali che sono compatibili con la percezione di ulteriori redditi. Ci riferiamo nello specifico ai lavori socialmente utili che possono essere svolti anche da chi percepisce pensioni o assegni d’invalidità. Secondo il dettato del Decreto legislativo 468/1997 l’assegno per le attività di pubblica utilità sono infatti cumulabili con i suddetti trattamenti.

Ne consegue che anche i contribuenti che percepiscono la pensione o gli assegni per invalidi possono ricevere incarichi lavorativi. L’impegno professionale non dovrà tuttavia superare le 20 ore settimanali con un massimo di 8 ore lavorative al giorno. Per l’anno 2021 l’ammontare degli assegni era pari a 595,93 euro su base mensile. Si attende pertanto dall’INPS l’eventuale pubblicazione di aggiornamenti in merito all’erogazione degli assegni spettanti a questi lavoratori.

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