Pensioni così basse e misere da essere molto spesso vicino alla sociale. Questo, purtroppo, è il probabile futuro dei pensionati in Italia.
Ovviamente non sarà così per tutti. I lavoratori del pubblico impiego e tutti quelli che sono riusciti ad avere buone posizioni scamperanno a questa letale livella.
Per tutti gli altri delle varie casse autonome e per quei lavoratori che non avranno accumulato almeno 30/40 anni di contributi, la pensione sociale sarà quasi un arrivo.
Il passaggio al puro contributivo senza prevedere nel futuro eventuali correzioni come l’equalizzatore su quelle più alte per generare un aumento su quelle più basse, porterà tutti quei lavoratori meno fortunati alla vera e mera sussistenza.
Nel futuro sarà molto improbabile poter accumulare un numero di anni contributivi per avere una pensione dignitosa.
I motivi sono i più svariati, il più importante è quello dell’innalzamento dell’età lavorativa, sia perché si tende a proseguire negli studi, sia perché vi è, in alcune zone del nostro Paese, una vera e propria carenza di lavoro regolare.
Pensioni al limite della sussistenza?
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Con il passare degli anni la quota A della pensione, quella parte relativa al cosi detto “retributivo” andrà a sparire e le pensioni future saranno sempre più ancorate alla Quota B, quella parte relativa al “contributivo”.
Nel futuro prossimo le pensioni liquidate con il sistema misto andranno a sparire.
I nati nel periodo 1978/1980 saranno le future generazioni che andranno in pensione con il solo metodo contributivo.
Quindi il futuro delle pensioni dei lavoratori dipendenti ed autonomi sarà determinato solo con il calcolo ed il sistema dei contributi versati.
Tutti i lavoratori dipendenti di imprese o società soggette a procedure concorsuali dovrebbero recarsi presso gli sportelli INPS locali. E questo per controllare i versamenti fatti dal proprio datore di lavoro.
Si possono richiedere le chiavi di accesso al sistema previdenziale ed evitare di fare lunghe e noiose file. Sarà un dovere degli addetti controllare che i contributi vengano versati con regolarità.
Ricordiamo che un provvedimento governativo introdotto con il Decreto Legge 4/2019 ha permesso in via sperimentale la possibilità di andare in pensione con soli 5 anni di contributi versati post anno 1995.
Le pensioni del futuro basse, troppo basse, quasi una miseria
Vediamo la tabella dei requisiti anagrafici in base all’anno di maturazione:
2018: uomini 70 anni e 7 mesi, donne 70 anni e 7 mesi;
2019: uomini 71 anni, donne 71 anni;
2020: uomini 71 anni, donne 71 anni;
Passiamo ad analizzare un caso concreto
Prendiamo il coefficiente di trasformazione relativo al biennio 2021-2022 per età di 67 anni pari al 5,575. Montante contributivo pari a € 100.000,00 che corrisponde a circa uno stipendio di € 20.000,00 annui per 20 anni. Importo massimo liquidabile della pensione annua è di € 5.575,00 per una pensione mensile di € 428,85.
Per chi non ha versato niente la pensione sociale liquidabile a partire dal 67mo anno di età, è pari a € 5.983,64 annui con una mensile di € 460,28.
La pensione sociale per effetto della Legge 448/2001 viene aumentata di € 190,26 al mese, quindi € 648,26 per 13 mensilità, pensione annua € 8.427,38.
La pensione effettiva sarà sotto a quella sociale e quindi in assenza di altri redditi potrà essere integrata al minimo.
Le pensioni del futuro basse, troppo basse, quasi una miseria da vera sussistenza.