Basta una manciata di frutta secca per vivere più a lungo. L’OMS consiglia di consumarne circa 30 grammi al dì confermandone i benefici. Riguardo all’argomento, ecco perché abbiamo sempre sbagliato a mangiare la frutta secca in questo modo. Tra la frutta oleosa e a guscio, le mandorle rappresentano uno degli alimenti più ricchi di calcio, di proteine vegetali e di vitamina E.
Il consumo giornaliero di una piccola quantità di questi semi pare che possa abbassare il livello di grassi nel sangue. Inoltre, potrebbero aiutare nel trattare casi di diabete di tipo 2 e fame nervosa. Infatti, le mandorle sono prive di colesterolo ma ricche di antiossidanti (quercetina, kempferolo etc.) e acidi grassi benefici, come l’alfa- linoleico.
Quindi, è vero che le mandorle potrebbero ridurre diabete e grassi nel sangue, ma attenzione a quali acquistiamo e come riconoscere le migliori. È ciò che afferma lo studio dell’Institute of Food Research di Norwich riportato dalla rivista del Gambero Rosso. Pare, infatti, che non tutte le mandorle abbiano le stesse qualità. Alcune di esse potrebbero addirittura contenere sostanze poco benefiche e tra poco scopriremo il perché.
La differenza tra mandorle italiane e mandorle estere
Indice dei contenuti
Nell’articolo in questione si riportano le caratteristiche organolettiche di alcune varietà di mandorle. La prima proviene da Avola, provincia di Siracusa. Questo tipo di mandorla è oggi tutelata da un Consorzio (2006) e aspetta di ricevere il riconoscimento Igp.
Considerata tra le più gustose e pregiate, se ne riconoscono qualità organolettiche incredibili. Pare che la mandorla di Avola contenga 3 volte la quantità di polifenoli rispetto alle cugine della California o della Spagna. Con le sue tre qualità o cultivar (pizzuta, romana e fascionello) è capace di coprire il fabbisogno della nostra penisola.
Della zona di Bari è la mandorla di Toritto (presidio Slow Food), usata per produrre il torrone. Piccola e rotondeggiante, ha un gusto intenso eccezionale e proprietà organolettiche interessanti. Per finire, la coltivazione è spesso biologica.
Le mandorle potrebbero ridurre diabete e grassi nel sangue, ma attenzione a quali acquistiamo e come riconoscere le migliori
Purtroppo, però, le mandorle italiane sono più care. Ecco perché nei supermercati troviamo spesso prodotti che provengono dalla Spagna e soprattutto dalla California. Quest’ultima in particolare è molto più grande e ha una resa maggiore delle nostre mandorle. Si parla del 40% di resa in più rispetto alle italiane.
La grandezza maggiore dipende da una maggiore irrigazione. Questo significa che il sapore è attenuato se non quasi nullo. Ancora, la CE ha spesso denunciato la frutta secca californiana per l’uso di trattamenti chimici tossici. Non essendo coltivate in Paesi controllati, queste mandorle hanno un alto contenuto di aflatossine, neurotossine e sostanze potenzialmente cancerogene. Ecco perché si consiglia di preferire prodotti italiani, più sicuri.
Lettura consigliata
L’idea per una cena pronta in pochi minuti con due ricette con le mandorle che tutti ameranno