Le creme solari poco amiche del mare e dell’ambiente marino. Scegli quelle giuste

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Quando la calura incalza non c’è niente di meglio che andare al mare. L’acqua di mare è come un refrigerio per il nostro corpo e ci si bagna volentieri. Facciamo uso di creme solari, alcune però sono poco amiche sia del mare sia dell’ambiente marino. 

Il mare è uno dei luoghi preferiti dagli Italiani in estate. Ci si rilassa volentieri su una sdraio, si prende un po’ di tintarella e ci si tuffa per un po’ di refrigerio. La sensazione di essere immersi nell’acqua di mare è ineguagliabile e fa anche bene. Ci si sente più freschi e dopo ci si stende al sole. 

La crema solare e 2 errori da evitare in spiaggia

Molti utilizzano la crema solare per non scottarsi la pelle. In effetti al mare il sole picchia non poco e, se non si protegge la pelle, si rischia qualche scottatura o eritema. Così prima di esporsi al sole vi è la buona abitudine di spalmarsi la crema solare sul corpo. Le spalle e il dorso prima di tutto, ma anche le braccia, le gambe, il petto e la zona ventrale. Ci sono però le creme solari poco amiche dell’ambiente, come vedremo a breve. 

Poi ci si può tuffare a mare. L’effetto che il mare ha sulla pelle è sì rinfrescante, ma anche accentua l’azione dei raggi solari. Infatti fa da specchio e riflette i raggi del sole, soprattutto se si resta in piedi a guardare i bambini che giocano a mare. Conviene allora utilizzare la crema solare. 

Un altro errore da evitare viene dall’abbronzatura. A volte si crede che l’abbronzatura faccia da filtro naturale contro i pericolosi raggi ultravioletti. Così che, una volta abbronzati, non ci sia più bisogno di utilizzare la crema solare. Invece i raggi UV agiscono lo stesso anche sulla pelle abbronzata, con le loro conseguenze negative per la salute. Conviene perciò utilizzare la crema anche quando si è abbronzati. 

Le creme solari poco amiche dell’ambiente marino

Molte creme solari fanno utilizzo di filtri per fermare i raggi UV. Si tratta di sostanze di natura chimica ma anche fisica che impediscono ai raggi UV di passare e penetrare la pelle. Nonostante la loro utilità pratica, alcune sostanze si rivelano dannose all’ambiente marino. Ciò sia nel nostro Mediterraneo, ma anche negli oceani in particolare alle barriere coralline. 

Uno di questi prodotti anti-UV è l’ossibenzone. Alcuni studi dimostrano che avrebbe il potere di danneggiare i coralli da un punto di vista genetico. Infatti ne attaccano il DNA producendo un fenomeno sia di sbiancamento ma anche di morte. Le famose isole delle Hawaii, a causa delle sostanze contenute nelle creme solari, avrebbero già perso l’80% dei coralli. 

Queste sostanze potrebbero influire anche sulle microalghe di cui i coralli si nutrono. Si intacca così un delicato equilibrio che distrugge lentamente l’ambiente marino. Ciò anche grazie al surriscaldamento delle acque e all’acidificazione dei mari. 

Prodotti inquinanti nel Mediterraneo

Ci sono anche creme che utilizzano filtri fisici come il biossido di titanio. Il filtro fisico ha la funzione di proteggere la pelle dal sole come quando ci si mette una camiciola. I filtri fisici però restano nelle acque come il nostro Mediterraneo. Un mare molto particolare perché è come se fosse quasi un ecosistema chiuso. 

In Spagna hanno fatto degli esami. Hanno rilevato che dopo una giornata di mare, la presenza di questo composto nell’acqua marina sarebbe aumentato del 20%. Il nostro mare diventa così una sorta di cloaca dove confluiscono scarichi, metalli vari come il mercurio presente nella carne dei pesci di grossa pezzatura e altro. 

Per le creme solari meglio scegliere i prodotti Bio e amici dell’ambiente. 

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