Le cartelle esattoriali si prescrivono in 5 anni non in 10

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In quanto tempo si prescrivono le tasse dello Stato? Questo è un interrogativo postosi più volte in sede giurisprudenziale. Già la Cassazione, recentemente, aveva ribadito che le cartelle esattoriali si prescrivono in 5 anni e non in 10. Lo aveva fatto con una sentenza a Sezioni Unite, ossia la n. 23397 del 2016, ribadita dalle sezioni semplici, con sentenza n. 30362 del 2018. Inoltre, una recente pronuncia della Commissione Tributaria Regionale del Lazio, Tar Lazio n. 1471/2020, ha risposto allo stesso interrogativo. Questo nuovo indirizzo a favore del contribuente, non è stato così immediato. Infatti, per un certo periodo di tempo si sono registrate delle oscillazioni di opinione sul punto. Oggi si può reputare che la continuità dell’orientamento può assicurare una certa stabilità. Sicchè, sembra ormai assodato che l’Agenzia Entrate Riscossione possa riscuotere le some dovute all’Erario in un periodo massimo di 5 anni. Procediamo, ora, ad una disamina accurata della questione.

La tesi superata

La tesi tradizionale, distingueva tra prescrizione di 10 anni, per i tributi dovuti allo Stato fosse e di 5 anni per quelli dovuti agli enti locali (Comuni, Province, Regioni). Un termine che trova come unica eccezione il bollo auto, soggetto a una prescrizione di soli tre anni. Questa distinzione è stata seguita a lungo dai tribunali italiani. Essa traeva giustificazione da una norma del codice civile, cioè dall’art. 2948. Essa prevede la prescrizione quinquennale di tutte le somme dovute periodicamente, almeno una volta all’anno o in termini più brevi. Vi rientrano, di certo, l’Imu, la Tari e tutte le imposte locali devono essere versate una volta ogni 365 giorni. All’opposto, si reputava che l’Irpef, l’Irap, l’ires e l’Iva (tipiche imposte statali) avessero prescrizione decennale. Ciò in quanto, pur avendo come presupposto di imposta il reddito del contribuente, che varia ogni anno, non fosse possibile stabilirne in anticipo il relativo ammontare. Il discorso riguardava non solo la tassa in sé ma anche le relative cartelle esattoriali.

La nuova tesi: le cartelle esattoriali si prescrivono in 5 anni non in 10

Senonché, come anticipato, l’interpretazione appena esposta, è stata via via scalfita dalla giurisprudenza più recente. Quindi, oggi, si applica la prescrizione quinquennale anche per le cartelle esattoriali dovute a tasse dello Stato. La ragione di siffatta tesi, risiederebbe nel fatto che la notifica della cartella esattoriale non ha la funzione di trasformare il termine prescrizionale in quello decennale. Difatti, solo in caso di ricorso contro la cartella esattoriale e di successivo rigetto dello stesso, il titolo non è più la cartella ma la sentenza. Questa sì che ha una prescrizione di 10 anni. Pertanto, stando a tale orientamento, sia i tributi locali, sia quelli erariali si prescrivono nel termine di 5 anni. Questi decorrono dal giorno in cui il tributo è dovuto o dal giorno dell’ultimo sollecito di pagamento.

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