Il fatto che adesso il Governo ha deciso di riattivare la scadenza della rottamazione quater è una buona notizia per milioni di contribuenti. Ma c’è chi sostiene che non sarà una buona notizia per lo Stato che incasserà lo stesso poco.
Tutto nasce dal fatto che un provvedimento di riapertura dei termini per pagare le tre rate di rottamazione delle cartelle già scadute produce una considerazione inequivocabile. Le cartelle esattoriali non si pagano nemmeno con la rottamazione, le sanatorie e i condoni. Perché se è vero che molti contribuenti hanno deciso di aderire alla definizione agevolata ma non hanno provveduto a pagare, significa che lo strumento non ha funzionato.
Le cartelle esattoriali non si pagano nemmeno con la rottamazione, le sanatorie e i condoni
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La rottamazione delle cartelle è un provvedimento che offre ai contribuenti la possibilità di pagare a rate i loro debiti, precedentemente scontati si sanzioni e interessi. Il piano prevedeva fino a 18 rate trimestrali dal 2023 al 2027. Ma evidentemente non tutti hanno colto la palla al balzo e molti hanno solo presentato la domanda, restando lo stesso debitori nei confronti dell’Agenzia delle Entrate Riscossione.
La rottamazione prevedeva la decadenza immediata dal beneficio per chi non pagava anche una sola rata del sussidio. Già nel 2023 si decise di prorogare la possibilità di mettersi in regola fino al 16 dicembre. Adesso invece si passa ad una offerta di regolarizzazione delle rate arretrate fino a marzo. Una nuova salvaguardia, che si spera verrà sfruttata da più di quanti lo hanno fatto per la proroga a dicembre 2023. Perché è evidente che se c’è stato bisogno di un nuovo prolungamento, significa che sono ancora tanti quelli che hanno fatto “orecchie da mercante”.
Ma quali sono le scadenze già passate?
La rottamazione consentiva di pagare a rate i debiti con una netta riduzione degli importi per il condono su sanzioni, aggi e interessi per ritardata iscrizione a ruolo. Le prime due rate, che complessivamente valevano il 10% cadauna del debito totale, andavano versate entro il 31 ottobre ed entro il 30 novembre. Scadenze troppo ravvicinate e probabilmente troppo onerose se si parla di 1/5 del debito totale. Questo ha prodotto l’effetto che molti che credevano di poter onorare il debito, si sono trovati spalle al muro, non riuscendo a pagare le prime due rate nemmeno a dicembre. Sarà possibile pagare a marzo adesso?
Qualcuno sicuramente si, ma altri probabilmente resteranno ancora indietro. Anche perché con il mese di marzo, sarà da pagare anche la terza rata del piano, in scadenza a fine febbraio. Una rata che vale il 5% del debito totale, ma che si aggiunge al 20% precedentemente non pagato e da onorare adesso in unica soluzione.