Le Borse europee continuano il loro andamento incerto. Gli operatori professionali non si fidano ad investire massicciamente sui mercati azionari del Vecchio Continente. Analisti ed economisti iniziano a rendersi conto di un fattore forse finora sottovalutato e adesso ipotizzano uno scenario particolarmente negativo per l’economia UE.
La guerra ha congelato gli investimenti. I grandi investitori, che da fine anno avevano iniziato a comprare, da un mese si sono fermati. Non hanno ancora liquidato le posizioni, ma hanno smesso di acquistare sui mercati azionari UE. In questo momento solo Wall Street sembra meno in difficoltà e tra i tre indici USA, quello più in forma è il Nasdaq. Dopo il forte calo di inizio anno, l’indice tecnologico ha ripreso a salire e sta recuperando il terreno perduto. Anche ieri il listino USA ha chiuso con un rialzo dell’1,9%, facendo molto meglio degli altri due indici.
Le Borse faticano e gli investitori non si fidano perché hanno paura di questo scenario negativo per l’economia
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I problemi sul piatto sono oramai chiari a tutti. Il conflitto ucraino si inasprisce e una trattativa di pace sembra sempre più lontana. Oramai si capisce che la fine delle ostilità arriverà sul campo. Uno dei due contendenti vincerà e uno perderà. Chiunque vinca, per i mercati sarà comunque una sconfitta. Infatti, molti analisti iniziano a spiegare che la fine del conflitto non significherà automaticamente la fine delle difficoltà economiche. Semplicemente perché finché Putin sarà al potere difficilmente le sanzioni verso la Russia saranno eliminate. Con sanzioni verso la Russia nel lungo periodo, la crescita economica continuerà ad arrancare. Le Borse faticano e si comincia a capire che una crescita più lenta per il 2022 potrebbe significare recessione nel 2023, specialmente in Europa.
Inoltre, a creare un quadro ancora più complicato c’è il riaccendersi dei focolai di pandemia. Shanghai da venerdì 1° aprile è blindata e oltre 25 milioni di cinesi sono in lockdown, e rappresentano quasi la metà della popolazione italiana. L’Europa va verso la bella stagione, periodo dell’anno sfavorevole per la pandemia, ma cosa accadrà ad ottobre? In questo scenario sempre più incerto, dove le domande si accavallano, le Borse europee si muovono a piccolissimi passi. Dal 16 marzo l’Euro Stoxx 50 si sta muovendo a cavallo dell’area 3.900/4.000 punti. Oggi l’indice ha chiuso a 3.917 punti, in calo dello 0,8%. Anche i principali listini europei si sono quasi fermati e da 2 settimane i prezzi non salgono. Oggi il Dax ha chiuso in calo dello 0,6%, mentre la Borsa di Parigi ha perduto quasi l’1,3%. Londra ha terminato in rialzo dello 0,7%.
Piazza Affari appesa a un filo
Le Borse faticano e Piazza Affari non fa eccezione. Da qualche seduta la Borsa di Milano sta realizzando una figura particolare e oggi da Piazza Affari si attendeva un movimento deciso. L’attesa era per un movimento al rialzo, ma è arrivata una discesa delle quotazioni. La giornata era partita bene, ma col passare delle ore l’avvio rialzista si è trasformato in un trend al ribasso. L’apertura debole di Wall Street ha accelerato la discesa delle quotazioni e i prezzi hanno chiuso vicino ai minimi della giornata. L’indice maggiore di Piazza Affari, il Ftse Mib (INDEX:FTSEMIB), ha chiuso la seduta in calo dello 0,8%, a 24.960 punti. Unica consolazione, i prezzi si sono mantenuti sopra l’importante area di supporto che passa per 24.900/25.000 punti.
Sul maggiore paniere della Borsa italiana pesano i cali di STM di oltre il 5,3%, di Interpump del 5,1% e di Stellantis e Iveco, in ribasso del 3,6% e del 4,1%. STM ha chiuso a 36,6 euro, ma per gli analisti di Bank of America il valore corretto di un’azione sarebbe 64 euro. Stellantis ha chiuso a 14,3 euro, ma per gli analisti di Banca Akros il valore corretto ad azione sarebbe di 23 euro.
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