E’ indubbio che le Borse in questo periodo risentano pesantemente della situazione globale legata al coronavirus.
Ma non è solo l’epidemia, o pandemia, a determinare il profondo rosso dei listini.
Il coronavirus è concausa di una situazione, che si compone di diversi elementi.
Situazione italiana
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La situazione italiana è ormai legata, dall’inizio di questa crisi, a comunicazioni contraddittorie ed a strategie non chiare.
Si assiste a un turbinio di decreti che cambiano di 24 ore in 24 ore.
Prima zona rossa, gialla e neutra, per così dire.
Poi Lombardia + diverse province.
Ora tutta Italia.
A parte alcuni aspetti giuridici particolarmente critici, che ho già evidenziato in una pregressa analisi, quale immagine stiamo dando?
A me pare, ma evidentemente non solo a me, che molti provvedimenti intervengano all’insegna di una certa improvvisazione.
Per non parlare degli effetti spesso opposti a quelli che si prefiggono.
Il decreto uscito alle 2 di domenica ha avuto l’effetto dell’assalto ai treni e di far letteralmente tentare la fuga con una dispersione di persone verso le regioni più a sud.
Ma l’effetto devastante, dal punto di vista economico, è stato quello di aver messo sotto quarantena uno dei motori economici non solo italiani, ma europei, con il coinvolgimento lombardo.
Ieri sera il colpo definitivo: tutta Italia in zona rossa, se così vogliamo definire l’attuale situazione.
Elementi positivi in Italia ed in Cina
Unico elemento realmente positivo in Italia è probabilmente quello rappresentato dal fatto che la curva dei rendimenti italiana è in ripresa rialzista. Segno che probabilmente si stima una ripresa più veloce dal punto di vista economico, di quello che si potrebbe pensare.
Ecco il grafico
Notiamo che la situazione è migliorata, con una ritrovata pendenza rialzista, rispetto alla curva di un mese fa.
Comunque il governo non dà l’immagine di avere la situazione sotto controllo.
Decine di rivolte nelle carceri, con evasioni e financo dei morti, senza parole di spiegazione da parte del guardasigilli, danno l’idea di un paese più allo sbando.
In Cina il picco epidemico pare forse alle spalle. La curva dell’epidemia in Cina potrebbe, forse, consentire alcune proiezioni ottimistiche anche in occidente, se il virus si comportasse nello stesso modo.
Una curva quindi incentrata sulla diffusione notevole, ma al tempo stesso anche veloce e non destinata a durare troppo a lungo.
Sul punto in pregresse analisi avevo compiuto un confronto di tipo epidemiologico con altre curve, e pareva che il picco potesse essere previsto entro qualche settimana, o comunque entro il mese di marzo, inizio aprile.
Altri fattori di pessimismo sui mercati
Ma, probabilmente, sono anche altri i fattori di inquietudine sui mercati.
Soprattutto il petrolio.
Forse non tutti sanno che un petrolio sotto una certa soglia rischia di condurre al fallimento la maggior parte di aziende che operano nel settore, ma anche le banche.
Almeno tutte quelle che hanno varato operazioni con futures legati all’oro nero.
Complessivamente, i fattori che giustificano il ribasso non sono solo di natura tecnica o ciclica, ma anche economica e sociale.
Probabilmente si va proprio verso una inversione del trend di lungo termine, anche se sul breve per oggi sono prevedibili rimbalzi, anche di una certa entità.
L’aspetto più negativo di questa fase, a mio avviso, riconduce soprattutto a quegli aspetti di negatività sociale, istituzionale e politica. Fasi queste che spesso accompagnano i passaggi a fasi di forza relativa negativa delle borse rispetto all’oro, secondo lo schema del ciclo di Kondratieff.
Tutto comunque è in evoluzione definiremo meglio le Borse internazionali a fine mese. Ancora nulla è perduto.
A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT