I titoli del settore bancario sono quelli che stanno maggiormente patendo il crollo di Piazza Affari. L’operatività dei dazi sembrerebbe aver vanificato gli straordinari risultati rialzisti raggiunti con il risiko bancario degli ultimi mesi.
I dazi non colpiscono in maniera diretta le banche, ma su di esse grava il peso delle preoccupazioni del periodo, prima fra tutte quella di un’eventuale recessione economica. L’andamento dei titoli degli istituti di credito segue le vicende macroeconomiche e, dunque, le condizioni finanziarie delle famiglie e delle imprese.
In tempo di crisi, ad esempio, molte persone non riescono più a pagare i mutui o decidono di prelevare il denaro depositato sui conti correnti, per destinarlo a forme di risparmio più sicure. C’è, inoltre, un altro elemento che influirebbe negativamente sull’andamento dei titoli bancari in borsa: la possibilità di un ulteriore taglio dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea. È risaputo che le banche si arricchiscono nei momenti in cui i tassi sono elevati. Ma il settore non sarebbe intenzionato ad arrendersi.
Continua il risiko bancario italiano: Unicredit e Banco BPM verso la svolta?
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Prima delle notizie sconcertanti provenienti dagli Stati Uniti d’America, le principali banche italiane erano impegnate in ambizioni progetti di risiko bancario. Molte operazioni di acquisizione e fusione stanno proseguendo, nonostante le preoccupazioni. Ad esempio, Monte dei Paschi di Siena sta continuando le trattative per mettere le mani su Mediobanca, nonostante il calo complessivo di circa il 5% delle azioni di entrambi gli istituti nelle ultime sedute di Piazza Affari.

Continua il risiko bancario italiano: Unicredit e Banco BPM verso la svolta?
Unicredit, invece, ha presentato un’Offerta Pubblica di Scambio da 10,1 miliardi di euro sulle azioni di Banco BPM. È prevista l’emissione di 0,175 azioni proprie per ogni azione Banco BPM portata in adesione. Banco BPM, però, ha presentato un’Offerta di Pubblico Acquisto sulle azioni Anima, che ha superato il limite del 90% per le adesioni. Per tale motivo, Andrea Orcel, Amministratore Delegato di Unicredit, ha dichiarato che, solo dopo un’attenta analisi, valuterà se proseguire o meno con l’operazione sulla Popolare di Milano.
Il 24 aprile è la data cruciale per il futuro bancario europeo
Quale sarà il futuro del risiko italiano? Poiché le condizioni economiche italiane ed europee sono cambiate, ci si aspetta anche una possibile variazione di rotta da parte degli istituti di credito, visto che le azioni a Piazza Affari sono tutte scese.
Al momento sembrerebbe improbabile un rilancio delle offerte proposte, ma potrebbero esserci dei colpi di scena in occasione dell’assemblea dei soci di Generali, prevista per il prossimo 24 aprile. Parteciperà, infatti, anche Unicredit, che detiene una partecipazione del 5,12% in Generali, con una quota di diritto al voto del 4,18%. Dalle decisioni di Andrea Orcel sul rinnovo del CDA potrebbero derivare nuovi sviluppi anche per gli altri istituti di credito.