Le banche centrali in azione continuano a ridurre i tassi, ma cosa aspettarsi per il 2025? Scopri come le mosse della Fed e della BCE influenzano mercati e investimenti.
Un anno di crescita e inflazione moderata
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Il 2024 si sta per concludere con un bilancio positivo per i mercati finanziari, ma con qualche segnale di incertezza all’orizzonte. L’economia globale ha mostrato una resilienza sorprendente, sostenuta da una crescita solida, utili aziendali in aumento e un’inflazione in graduale calo. Le banche centrali hanno iniziato ad alleggerire la politica monetaria, una scelta attesa che ha contribuito a sostenere la fiducia degli investitori. Tuttavia, negli ultimi mesi dell’anno, l’inflazione ha smesso di migliorare, creando dubbi su quanto velocemente le banche centrali possano continuare a tagliare i tassi nel 2025.
Il significato dell’ultimo dato sull’inflazione statunitense
A novembre, il CPI statunitense ha mostrato un aumento dell’inflazione annuale al 2,7%, trainata dai prezzi di alimentari e carburanti. Questo dato ha rappresentato la prima accelerazione consecutiva degli ultimi otto mesi. Nonostante ciò, l’inflazione di fondo, che esclude cibo ed energia, è rimasta stabile al 3,3% per il terzo mese consecutivo. Questo livello è ben al di sotto del picco del 6,6% registrato nel 2022, ma è ancora lontano dal target della Fed.
I prezzi dei beni discrezionali, come automobili, mobili e viaggi, sono aumentati, segnalando che la domanda dei consumatori resta forte. Tuttavia, la buona notizia è arrivata dal settore immobiliare: l’aumento dei costi degli affitti è stato il più contenuto da oltre due anni. Questo ha contribuito a ridurre l’inflazione abitativa annuale sotto il 5%, lasciando intravedere un ulteriore raffreddamento nei prossimi mesi.
La Fed e le prospettive per il 2025
Per la Federal Reserve, il dato di novembre non rappresenta un motivo per cambiare rotta. La banca centrale americana dovrebbe procedere con il previsto taglio di un quarto di punto al tasso di interesse durante il meeting di dicembre, portando avanti una politica di allentamento graduale. Tuttavia, guardando al 2025, il ritmo dei tagli potrebbe rallentare.
Gli analisti prevedono che il tasso sui fed funds si stabilizzerà tra il 3,5% e il 4% entro la fine del prossimo anno. La Fed deve bilanciare la necessità di evitare un rallentamento economico con l’obiettivo di riportare l’inflazione al 2%. Inoltre, fattori come le politiche fiscali, commerciali e sull’immigrazione potrebbero complicare il quadro, aumentando l’incertezza sulle mosse future della banca centrale.
Le mosse delle altre banche centrali
Anche altre banche centrali stanno riducendo i tassi, ma con velocità e motivazioni diverse. La Banca del Canada ha recentemente tagliato il tasso di mezzo punto, portandolo al 3,25%, il livello superiore della sua stima di neutralità. Questo rapido allentamento è stato motivato da un aumento della disoccupazione e una crescita economica più debole del previsto.
In Europa, la Banca Centrale Europea ha abbassato i tassi di un quarto di punto, segnando la quarta riduzione di quest’anno. Con un tasso del 3%, la BCE si prepara a ulteriori tagli nel 2025, riflettendo un’economia più debole e un’inflazione in calo. Anche la Banca nazionale svizzera ha sorpreso i mercati con un taglio di mezzo punto, il più ampio degli ultimi dieci anni.
L’impatto sui mercati finanziari
La divergenza tra i tassi statunitensi e quelli internazionali sta rafforzando il dollaro rispetto alle altre valute principali. Questo trend ha un doppio effetto: da un lato, riduce il costo delle importazioni negli Stati Uniti, contribuendo a moderare l’inflazione; dall’altro, mette sotto pressione i mercati azionari internazionali, che tendono a sottoperformare durante i periodi di forza del dollaro.
Negli Stati Uniti, il contesto rimane favorevole: i salari crescono più rapidamente dell’inflazione, i profitti aziendali sono in aumento e l’innovazione continua a stimolare l’entusiasmo degli investitori. Tuttavia, con un ciclo di tagli dei tassi meno aggressivo, i rendimenti del mercato azionario potrebbero essere più moderati rispetto agli anni precedenti.
Uno sguardo al futuro
Guardando al 2025, la direzione della politica monetaria appare chiara: i tassi d’interesse continueranno a scendere. Tuttavia, la velocità e l’entità dei tagli dipenderanno dall’evoluzione dell’economia globale e dell’inflazione. Le banche centrali si trovano di fronte a una sfida: mantenere la crescita economica senza alimentare una nuova ondata di inflazione.
Il contesto resta positivo per gli investitori, ma con alcune sfide. Come si bilanceranno i rischi e le opportunità? E fino a che punto la politica monetaria potrà sostenere la crescita senza creare nuove pressioni inflazionistiche? Domande che renderanno il 2025 un anno cruciale per mercati e decisioni economiche.
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