Il 2022 non è stato un anno facile per il settore delle telecomunicazioni che ha perso oltre il 30% anno su anno. Peggio è andata per il principale titolo italiano del settore che ha perso oltre il 50%. Le azioni Telecom Italia come potrebbero muoversi a gennaio sul Ftse Mib? Potrebbe essere finalmente arrivato il momento della riscossa per il titolo?
Le azioni Telecom Italia come potrebbero muoversi a gennaio sul Ftse Mib? Le indicazioni dell’analisi grafica
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Il titolo Telecom Italia (MIL:TIT) ha chiuso la seduta del 30 dicembre in ribasso del 3,78% rispetto alla seduta precedente a quota 0,2163 euro.
Incominciamo col dire che Telecom Italia è stato uno dei peggiori titoli azionari del 2022 tra i big di Piazza Affari. Solo Banca MPS, Saipem, GVS e Iveco sono riusciti a fare peggio.
Sono già undici le sedute consecutive al rialzo così come individuate dall’incrocio delle medie. Una tendenza rialzista supportata anche dallo Swing Indicator saldamente impostato al rialzo.
L’ultima seduta dell’anno, però, potrebbe essere foriera di problemi. Con ribasso del 3,78%, infatti, le quotazioni hanno chiuso sotto la media mobile di breve (linea blu). Una chiusura anche sotto quella di lungo periodo (linea rossa), quindi, potrebbe portare a un’accelerazione ribassista. Per le prossime sedute, quindi, bisognerà monitorare con attenzione la tenuta di area 0,21 euro.
La valutazione del titolo secondo gli analisti e l’analisi fondamentale
Secondo i multipli di mercato, qualunque sia l’indicatore utilizzato il titolo è sottovalutato. Ad esempio, il rapporto tra prezzo e fatturato, pari a 0,3x, è uno dei più bassi di Piazza Affari e va confrontato con quello medio del settore di riferimento che è pari a 4,9x. Un livello di sottovalutazione molto grande si ottiene andando a considerare il Price to Book ratio. In questo caso, infatti, per Telecom vale 0,3x, mentre quello medio del settore di riferimento è pari a 6,1x. In entrambi i casi stiamo parlando di una sottovalutazione che si aggira intorno al 90%.
La sottovalutazione è confermata dal fair value, calcolato con il metodo del discounted cash flow, che la quantifica in circa il 35%.
Secondo le raccomandazioni degli analisti, il prezzo obiettivo medio, ottenuto considerando 18 analisti, esprime una sottovalutazione di circa il 40%. Tuttavia, c’è una forte diversità di vedute che si traduce in una dispersione del prezzo obiettivo che è pari a circa il 35%.
Per capirci, la raccomandazione più ottimista vede un prezzo obiettivo pari a 0,45 euro, mentre quella più pessimista a 0,15 euro.