In Italia siamo abituati a leggere di aziende straniere che comprano piccoli o grandi gioielli del Made in Italy. Ormai non c’è settore che non veda all’estero la testa di molte aziende italiane. Cellularline, invece, si muove in controtendenza. Le azioni di una società che si espande in Germania sono da comprare?
L’azienda italiana ha acquisito il 60% di Peter Jäckel
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Cellularline è una società attiva nel settore degli accessori per smartphone e tablet. È di qualche settimana fa la notizia dell’acquisizione del 60% del capitale sociale della tedesca Peter Jäckel anch’essa attiva nel campo degli accessori per smartphone. Il corrispettivo preliminare per l’acquisizione è stato fissato in 3,05 milioni di euro. Nel corso del 2022 Peter Jäckel ha registrato un fatturato di 9,4 milioni di euro con un risultato netto 1,42 milioni di euro.
La situazione di Cellularline nel settore della grande distribuzione quotato a Piazza Affari
Il settore della grande distribuzione è rappresentato dall’indice FTSE Italia All-Share Retail. Da inizio anno questo indice è l’unico, tra quelli settoriali, in territorio negativo. Perde, infatti, lo 0,3%. Sicuramente questo risultato è frutto della non buona performance di Unieuro che da inizio anno sta perdendo circa il 4%. Cellularline, invece, sebbene lontano dai migliori titoli azionari di Piazza Affari, ha realizzato una performance positiva di circa l’1,5%.
Le azioni di una società che si espande in Germania sono da comprare secondo l’analisi grafica?
Le azioni Cellularline (MIL:CELL) ha chiuso la seduta del 13 gennaio a quota 12,22 euro in ribasso dell’1,85% rispetto alla seduta precedente.
Da quando è stato quotato a Piazza Affari nel 2017, il titolo Cellularline ha chiuso tutti gli anni con una performance negativa. Dai massimi ha perso circa il 70% e il 2022 è stato, come ampiezza del ribasso, il peggiore di tutti.
Questo inizio 2023, però, sembra essere partito col piede giusto. Le medie, infatti, hanno incrociato al rialzo e anche lo SwingTrading Indicator supporto lo scenario rialzista.
Viste le recenti chiusure, solo una giornaliera inferiore a 2,9 euro potrebbe mettere in crisi lo scenario rialzista e affondare ulteriormente le quotazioni.
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