Come ricorderanno bene gli investitori, la seduta di martedì 8 agosto è stata di lacrime è sangue per tutto il settore bancario. La tassa annunciata dal Governo sugli extra-profitti, infatti, ha messo in crisi l’intero settore che ha chiuso in pesante ribasso. Nei giorni successivi c’è stato un ottimo recupero cui, però, non hanno partecipato tutte le azioni del settore? Quali sono le azioni bancarie che non si sono riprese dopo lo shock della tassa sugli extra-profitti? In realtà sono ancora tante, ma quelle che stanno facendo peggio sono Intesa Sanpaolo e BPER Banca che stanno ancora perdendo oltre il 4% e l’8%, rispettivamente. Quale potrebbe essere lo scenario più probabile per questa azioni bancarie che non si sono riprese dopo lo shock della tassa sugli extra-profitti?
Le azioni BPER Banca potrebbero essere sul punto di scattare al rialzo: le indicazioni dell’analisi grafica
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Il titolo BPER Banca (MIL:BPE) ha chiuso la seduta del 10 agosto in area 2,587 €, in ribasso dello 0,04% rispetto alla seduta precedente.
Queste azioni vengono da un ribasso molto profondo e veloce che nel giro di un paio di settimane ha portato a un calo delle quotazioni di oltre il 20%. Adesso, però, dovrebbero essere pronte per ripartire al rialzo. Come si vede dal grafico, infatti, i prezzi hanno raggiunto il punto di inversione dove e massima la probabilità di invertire al rialzo. Una conferma in tal senso potrebbe arrivare dal superamento in chiusura di giornata di area 2,723 €.
Per Intesa Sanpaolo il rialzo potrebbe essere già partito: le indicazioni dell’analisi grafica
Il titolo Intesa Sanpaolo (MIL:ISP) ha chiuso la seduta del 10 agosto a 2,4380 €, in rialzo dell’1,90% rispetto alla seduta precedente.
Dopo il tracollo dei giorni precedenti, le azioni del principale istituto bancario italiano sono ripartite al rialzo. Per una conferma del movimento, però, potrebbe essere prudente attendere la rottura della resistenza in area 2,46 €. In questo caso potrebbe essere molto probabile uno sviluppo del rialzo secondo lo scenario indicato in figura dalla linea tratteggiata.
Una chiusura giornaliera sotto 2,378 €, invece, potrebbe favorire una continuazione del ribasso secondo lo scenario indicato in figura dalla linea continua.
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