In una giornata in cui vengono annunciati i dati relativi all’esercizio 2022 le azioni Azimut battono le stime, ma non frenano gli orsi. Le quotazioni, infatti, hanno perso oltre il 3% ripetendo il più classico dei “buy the rumors and sell the news”. Eppure gli utili sono stati superiori alle attese e il management ha proposto un dividendo di 1,30 € che allo stato attuale corrisponde a un rendimento del 6%.
Le azioni Azimut battono le stime, ma non frenano gli orsi: le indicazioni dell’analisi grafica
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Il titolo Azimut (MIL:AZM) ha chiuso la seduta del 9 marzo a quota 21,58 €, in ribasso del 3,23% rispetto alla seduta precedente.
Come dicevamo la battuta di arresto del titolo è stata molto importante con volumi in crescita. Per dare un’idea facciamo notare che era circa un mese che non si vedeva un ribasso (inteso come prodotto tra variazione percentuale e variazione dei volumi) così importante.
Le quotazioni, quindi, potrebbero anche scendere fino in area 20 €. Al rialzo, invece, il titolo Azimut potrebbe andare ad aggiornare i massimi storici oltre quota 38 €.
La valutazione del titolo
Qualunque sia l’indicatore utilizzato, il titolo Azimut risulta essere penalizzato rispetto ai suoi competitors. Ad esempio, Azimut è una delle società più interessanti sul mercato in termini di valutazione basata sui multipli di guadagno. Il suo PE, infatti, è pari a 5,2x, che va confrontato con un valore doppio del settore di riferimento. Parliamo, quindi, di una sottovalutazione di oltre il 50%. Anche il rapporto tra prezzo e fatturato è tra i più bassi del settore con un valore di 2,1x. Tuttavia, trattasi di un valore alto in assoluto. Solo il Price to Book ratio è superiore alla media del settore di riferimento.
Anche il fair value, stimato secondo il metodo del discounted cash flow, esprime una sottovalutazione di circa il 30%. La sottovalutazione è confermata anche da un parametro, riportato su riviste specializzate, che tiene conto delle prospettive di crescita future di Azimut. In questo caso, la sottovalutazione stimata è di circa il 60%.
Secondo quanto riportato sulle riviste specializzate, per gli analisti il prezzo obiettivo medio esprime una sottovalutazione del 15% circa.
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