Basta. E’ il grido di allarme delle aziende italiane nei confronti dello Stato. Non se ne può più. La pressione fiscale è arrivata a regimi davvero insopportabili. Nel giro di tre anni si è passati dal 48% al 59%. Di questo passo le aziende italiane chiuderanno tutte. I proclami non bastano, ci vogliono i fatti. Con la cifra record del 59% siamo secondi in Europa dietro la Francia. Una vessazione continua che manda nello sconforto tutti coloro che fanno impresa e generano con il loro sudore lavoro per altri. Intanto il Governo cosa fa? Litiga, rinvia e le aziende muoiono in una lunga agonia.
Lo sguardo agli altri Stati
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La pressione fiscale in Germania è al 48,8%, in Spagna al 47% e in Regno Unito al 30,6%. Siamo messi molto male. Poi non dobbiamo lamentarci se l’Italia è poco attrattiva per gli investimenti esteri. Ma in queste condizioni chi verrebbe a metterci soldi?
La tegola della pressione fiscale
Se l’Italia non è più attrattiva come una volta è dovuto dal fatto che la pressione fiscale aumenta a dismisura. Le aziende italiane si stanno facendo carico di tasse insopportabili: da quelle sui profitti a quelle sul lavoro. Con questo quadro tutti si allontanano dal Belpaese. Lo dicono anche le statistiche: siamo al 25esimo posto per attrattività.
La soluzione va trovata
A pesare come un macigno è la pressione fiscale ma genera anche difficoltà oggettive la burocrazia. Norme più snelle consentirebbero di aprire un varco e soprattutto iniettare fiducia negli investitori. Poi c’è il peso della pubblica amministrazione che non è per nulla efficiente.
Quanto pesa la burocrazia
Le pratiche burocratiche pesano per il 4% sul fatturato delle piccole imprese e il 2,1% sul fatturato delle medie. Le imprese pagano annualmente per la burocrazia 32,6 miliardi. Stiamo parlando di un costo di una legge di bilancio. Inconcepibile. Ma non è finita perché si aggiunge il costo di 24,5 miliardi di euro che le imprese spendono per l’interazione con la pubblica amministrazione. Ma dove vogliamo arrivare?
E’ mai possibile che gli imprenditori devono spendere 57,2 miliardi di euro per la gestione dei rapporti con la pubblica amministrazione?