Ormai il costo del pellet di legna è salito alle stelle, quasi triplicato rispetto allo scorso anno. Ma ci sono le biomasse che possono essere una valida alternativa più economica e con lo stesso potere calorifero. Vediamo quali sono e quale conviene maggiormente.
Il caro bolletta ha messo un freno all’utilizzo del gas e dell’elettricità nel riscaldamento della casa. E per forza di cose si sono dovute trovare delle alternative che permettessero di tenere al caldo l’abitazione. Inizialmente, già dall’estate, era stata tutta una corsa al pellet di legna. Lo scorso anno, infatti, costava poco più di 5 euro al sacco. E sembrava una alternativa pratica ed economica. Ma con la crisi il prezzo del pellet tradizionale è schizzato alle stelle rendendolo quasi inappetibile quanto il gas metano. Le alternative più economiche al pellet di legna, però, ci sono anche se sono poco conosciute.
Cosa usare al posto del pellet normale?
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Come dicevamo il prezzo del pellet è quasi triplicato rispetto allo scorso anno. E non ci sarebbe da stupirsi se con l’aumentare del freddo il prezzo di questo prodotto aumentasse ancora. Proprio per questo la cosa migliore sarebbe quella di arrivare preparati al vero freddo. Quello che deve ancora venire ma che è alle porte.
Cercare un’alternativa al pellet non è difficile perché c’è solo l’imbarazzo della scelta. Ma bisogna prima premettere che non tutte le stufe a pellet permettono di bruciare altre tipologie di combustibile. Prima di cercare l’alternativa, quindi, è meglio accertarsi se la propria stufa accetta anche altri tipi di combustibile.
Dal pellet alle biomasse
Per trovare un’alternativa economica bisogna puntare sulle biomasse. Ovvero le sostanze di origine organica che sono in grado di produrre energia. E possono, quindi, essere utili a scaldare la casa. Una delle alternative più gettonate in questo periodo è il nocciolino d’olivo. Anche perché ci troviamo in piena stagione in cui si produce e si trova, quindi, a prezzi molto competitivi.
Ma esistono anche il nocciolino di sansa, il pellet ricavato dai noccioli tritati della frutta o quello ricavato dai gusci della frutta secca sempre tritati. Come ad esempio il pellet di semi di girasole.
Le alternative più economiche al pellet di legna, dalla sansa alla vinaccia
Ma per giocare in casa nostra e non andare a cercare prodotti importati dall’estero bisogna pensare a cosa si produce in Italia. E noi siamo la patria dell’olio d’oliva e dei vigneti. Tutte produzioni che sono proprie di questo periodo autunnale.
Quindi un’ottima alternativa potrebbe essere il pellet di sansa, ricavato dagli scarti dei frantoi (dai noccioli delle olive per intenderci). È un poì oleoso e ha un odore abbastanza forte, ma si trova a ottimi prezzi.
Un’altra tipologia di pellet a cui spesso non si pensa è quello di vinaccia. Ovvero quello ricavato dagli scarti dell’uva utilizzata per produrre vino e alcol. I “raspi” del grappolo e la buccia dell’uva seccati e compressi danno vita a un ottimo pellet. Con un potere calorifero molto elevato. E anche se l’odore non è proprio nullo, può risultare anche piacevole. Ed il prezzo, essendo prodotti di scarto, è anche abbastanza contenuto.