Uno dei principali indicatori utilizzati dalle banche per giudicare il livello di sostenibilità di un’impresa è il rapporto tra debito e capitalizzazione. In questo articolo abbiamo considerato le 5 azioni con il peggiore rapporto debito su capitalizzazione del Ftse Mib. Quale potrebbe essere il loro futuro a Piazza Affari?
Definizione del rapporto debito su capitalizzazione
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Questo indicatore è definito come il rapporto tra il debito totale di un’azienda e il valore del suo patrimonio azionario (D/E). In sostanza, questo indicatore dà un segnale positivo quando assume valori bassi. Si possono riconoscere dei valori standard che misurano il livello di pericolo per un’azienda e sono:
D/E < 0,50 l’azienda si trova in una situazione positiva;
0,50 < D/E < 1 situazione da tenere sotto controllo;
D/E > 1 situazione molto negativa.
Le 5 azioni con il peggiore rapporto debito su capitalizzazione del Ftse Mib
Andando a considerare solo le aziende con capitalizzazione superiore ai 500 milioni di euro, le aziende in fondo alla classica del D/E (ovvero valori molto elevati) sono Poste Italiane (11,71), Banca MPS (6,84), Saipem (6,55), Fincantieri (6,32), Unicredit (5,61).
Nel seguito di questo articolo ci concentreremo sul titolo Fincantieri del quale non ci occupiamo da circa 1 mese. Tuttavia, quanto scritto nel precedente articolo, Rialzo stellare per un titolo azionario che arrancava da anni, riguarda la sua valutazione rimane ancora valido. Ovvero, la forte corsa agli armamenti degli ultimi anni, attesa proseguire anche nei prossimi, potrebbe portare enormi benefici ai conti di Fincantieri. Tuttavia, anche senza le commesse militari il suo portafoglio ordini è già eccezionale. Ad esempio, il backlog al 30 settembre 2022 era pari a 24,1 miliardi di euro contro i 26,6 miliardi di euro al 30 settembre 2021 con 92 navi in portafoglio.
Se fino a ora il titolo è stato penalizzato è proprio a causa del suo debito.
Le indicazioni dell’analisi grafica sul titolo Fincantieri
Il titolo Fincantieri (MIL:FCT) ha chiuso la seduta del 6 gennaio a quota 0,5680 euro, in rialzo del 2,34% rispetto alla seduta precedente.
Quattro su cinque delle ultime sedute hanno dato una forte spinta al titolo che ha avuto un’importante accelerazione al rialzo. L’aspetto interessante è che una chiusura così elevata così come quella registrata alla chiusura del 6 gennaio non si vedeva dal luglio del 2022. Anche lo SwingTrading Indicator è saldamente impostato al rialzo. Ci sono, quindi, tutti i presupposti per una continuazione del rialzo.