Esistono 3 forme di emicrania e cefalea che danno diritto all’assegno di invalidità. Ciò perché l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riconosciuto che si tratta di patologie che ostacolano lo svolgimento di attività lavorative e quotidiane. A soffrirne sono per lo più i soggetti in età lavorativa fra i 25 e i 50 anni e, in particolare, le donne che lamentano cefalee a grappolo.
L’Inps eroga un assegno mensile pari a 280 euro ai contribuenti che ne hanno diritto e ne fanno richiesta. Ciò perché le cefalee e le emicranie rientrano nell’elenco delle patologie invalidanti che, soprattutto se ormai croniche, compromettono il regolare svolgimento di mansioni quotidiane. In un precedente articolo abbiamo indicato ai nostri lettori “Le 3 malattie cardiache che danno diritto all’invalidità”. Vediamo adesso di individuare quali sono le 3 forme di emicrania e cefalea che danno diritto all’assegno di invalidità.
Le 3 forme di emicrania e cefalea che danno diritto all’assegno di invalidità
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L’assegno di 280 euro spetta ai contribuenti che soffrono di emicrania continua, di emicrania parossistica cronica e di emicrania cronica e ad alta frequenza. I soggetti affetti da queste 3 specifiche tipologie di emicranie subiscono continue aggressioni alla propria capacità lavorativa. Molto spesso non trovano sollievo al malessere neanche dopo cicli di cure farmacologiche.
Nelle 3 forme di cefalee per cui si ottiene l’indennizzo rientra la cefalea parossistica cronica, la cefalea cronica che quotidianamente affligge chi ne soffre. Ed infine la cefalea nevralgiforme unilaterale che determina arrossamento degli occhi e frequente lacrimazione. Alcuni assistiti sono costretti a ricorrere con cadenza quasi giornaliera all’assunzione di farmaci analgesici. Ciò spiega il motivo per cui emicranie e cefalee di qui a breve entreranno di diritto nel novero delle malattie sociali e invalidanti.
Esiste difatti una proposta di legge “Disposizioni per il riconoscimento della cefalea primaria cronica come malattia sociale A. C. 684 ed abb.”. La Camera sta valutando la possibilità di far rientrare nelle malattie sociali invalidanti anche la cefalea primaria cronica. Non si può difatti negare che si tratti di una patologia invalidante che colpisce milioni di contribuenti che patiscono forti limitazioni.