In questi mesi di pandemia, tutto è stato sottosopra. Alcuni settori hanno sofferto, in altri migliaia di aziende e attività commerciali sono fallite o hanno chiuso.
Ci siamo ritrovati in Cassa Integrazione, a lavorare da casa, a lavorare senza orario. E anche a soffrire di crampi, ansia e disturbi vari, per vita troppo sedentaria e vita troppo isolata.
Nel frattempo, in alcune aziende, in tutto il mondo, hanno cominciato a riflettere sui concetti di lavoro, tempo libero e produttività. Vediamo le novità con gli Esperti di Lavoro di ProiezionidiBorsa.
Perché lavoriamo più dei servi nel Medioevo
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Oggi in Italia lavoriamo in media 220 ore all’anno, dalla mattina alla sera. Un servo, nel Medioevo, aveva più tempo libero di noi
Alcune società estere hanno cominciato a sperimentare la settimana corta sotto le 40 ore, col lavoro in presenza dal lunedì al giovedì. Con orario allungato di un’ora al giorno per le mansioni manuali. Oppure prevedendo il venerdì in smart working. All’estero questa idea sta entusiasmando gli animi anche tra i rappresentanti sindacali più legnosi.
Speriamo che anche il nostro Premier, Giuseppe Conte, e il Ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, concordino che questa idea può rilanciare l’economia dell’Italia.
Le prime esperienze in Colorado
Lavoro a 32 ore, la nuova idea delle aziende per il rientro nel 2021. Sono stati effettuati in Colorado i primi esperimenti di settimana lavorativa compressa da 40 a 32 ore. E non solo nelle imprese con meno di dipendenti.
L’idea sta rimettendo in moto l’economia nelle aree dove il primo settore che rende è il turismo. Anche in Nuova Zelanda e in Finlandia fioriscono gli esperimenti.
I titolari d’impresa sono soddisfatti: hanno potuto recuperare produttività e diminuire obesità, depressione, ansia, disturbi cardiaci e mortalità prematura. La settimana corta permette di gestire squilibri e disuguaglianze tra maschile e femminile. E di gestire il sempre più diffuso burnout, soprattutto nel settore sanitario.
Le perplessità da risolvere
Naturalmente ogni azienda è un caso a sé: bisogna testare se è possibile finire tutto il lavoro settimanale avendo a disposizione un giorno di meno. E se i dipendenti non risultano troppo esausti per ricominciare il tour de force la settimana dopo.
Bisogna testare anche che i clienti prendano sul serio la cosa (di non trovare il fornitore aperto al venerdì). E che il business in generale non ne risenta. Meno ore di lavoro non significano per forza meno stipendio o meno qualità. Il mantenimento dello stipendio deve essere possibile grazie allo scatto di produttività.
Lavoro a 32 ore, la nuova idea delle aziende per il rientro nel 2021
L’Università di Auckland ha monitorato gli effetti della settimana lavorativa a 4 giorni su un’azienda neozelandese, fin dal 2018. Tutti i dipendenti, con un giorno da dedicare allo sport e alla famiglia, hanno migliorato il loro stile di vita. E la qualità del loro lavoro è migliorata.
Il cambiamento, però, non è stato privo di scossoni. Le 32 ore sono state raggiunte progressivamente, ridistribuendo il lavoro e con obiettivi trimestrali, mensili e poi settimanali. I dipendenti hanno imparato a ridurre le riunioni non importanti, a sfruttare la pausa per mangiare ascoltando musica e fare relax.
Hanno imparato a dialogare meglio tra loro e tra reparti produttivi. E naturalmente a sviluppare idee nuove per velocizzare il lavoro.