La pensione differenziata in base al lavoro svolto è una costante nel sistema italiano ormai da anni. Anche nei ripetuti incontri tra governo e sindacati sulla riforma delle pensioni spesso l’argomento è stato affrontato. Perché chi svolge un lavoro logorante deve poter andare in pensione prima rispetto a chi invece ne svolge uno più “leggero”. Prendiamo ad esempio un lavoratore edile. Sembra naturale che chi fa un lavoro tanto pesante, tra ponteggi, sollevamento pesi, esposizioni ad alte o basse temperature e così via, debba essere considerato diversamente da chi invece svolge un lavoro da ufficio. Ed ecco che nonostante le novità del Governo, nel 2024 ci saranno due misure che consentiranno di lasciare il lavoro prima in base alla pesantezza del lavoro. E i già citati edili sono tra gli interessati al pari dei braccianti agricoli per esempio, o dei camionisti.
Lavori gravosi, nel 2024 due diverse pensioni
Indice dei contenuti
Novità tante per le pensioni nel 2024. Ma nonostante tutto, non cambia la linea dello Stato che tende a mandare in pensione prima i lavoratori in base al lavoro che svolgono. Le misure che lo permettono sono diverse. Per esempio ci sono i lavori usuranti che mandano in pensione i lavoratori con 61 anni e 7 mesi di età, 35 anni di contributi versati e quota 97,6 completata. Ma ci sono anche le misure destinate ai lavori gravosi. Infatti ne esistono due che permettono anticipi netti rispetto alle pensioni di vecchiaia ma anche rispetto a quelle anticipate. Quindi, per i lavori gravosi, nel 2024 due diverse pensioni, ma quali?
O a 63 anni oppure senza limiti di età, ecco cosa possono sfruttare i lavori gravosi
Dalle maestre di asilo o dagli educatori della scuola dell’infanzia, ai facchini. Da infermieri ed ostetriche, ai netturbini. Ma anche dai già citati braccianti agricoli agli edili. Il lavoro gravoso se svolto per 6 degli ultimi 7 anni o per 7 degli ultimi 10 anni, permette pensionamenti a partire dai 63 anni o senza limiti di età. Già nel 2023 erano due le misure che consentivano questo vantaggio. Parliamo dell’APE sociale e di Quota 41 per i precoci. Nel 2024 la seconda misura resterà in vigore, mentre la prima verrà sostituita da una nuova.
Ma sempre a partire dai 63 anni di età. Infatti nel 2023 l’APE sociale consentiva di lasciare il lavoro con 63 anni di età e 36 anni di contributi per tutti i lavori gravosi ad eccezione dei ceramisti e degli edili per i quali servivano 32 anni. Nel 2024 ci sarà una nuova misura che consentirà i pensionamenti sempre con 63 anni di età e sempre con 36 anni di contributi, ed in questo caso senza distinzioni (edili e ceramisti anch’essi con 36 anni di contributi). Ma resterà come dicevamo anche la quota 41 per i lavoratori precoci. Con 41 anni di contributi versati, di cui uno (12 mesi o 52 settimane almeno) versato prima di compiere i 19 anni non c’è età che tenga, la pensione potrà essere richiesta.