Lavorare dopo la pensione: come funziona il cumulo dei redditi? Un contribuente che raggiunge il pensionamento può aprire un’attività o trovare un nuovo impiego se le sue esigenze lo richiedono. In questi casi, però, bisogna prestare attenzione ad alcuni aspetti che riguardano il cumulo dei redditi ed i vincoli ad essi connessi. Nelle righe che seguono gli esperti di ProiezionidiBorsa vi mostreranno delle linee guida per capire meglio come funziona.
Posso lavorare dopo il pensionamento?
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Avete raggiunto il collocamento in quiescenza ma l’assegno finale non soddisfa le vostre esigenze. Oppure, avete semplicemente il desiderio di non tirarvi fuori dal mercato del lavoro ed intendete dare avvio ad una nuova impresa.
Secondo quanto prevede la Legge, si può lavorare quando si è in pensione ma attenzione al cumulo dei redditi. In questi casi, non esistono dei limiti che sono uguali per tutti, ma bisogna fare dei calcoli sulla base del proprio assegno previdenziale. Infatti, è possibile che quest’ultimo subisca delle ragguardevoli riduzioni se si accumula al reddito da lavoro.
Come funziona per chi percepisce la pensione di vecchiaia o anticipata
Per quanto riguarda i casi di pensione di vecchiaia o anticipata, queste forme di trattamento pensionistico non prevedono alcun limite di reddito. Questo è quanto stabilisce l’art. 19 della Legge 133/2008. Dal 1° gennaio 2009, infatti, i redditi da lavoro sono cumulabili per intero con la pensione di vecchiaia o anticipata. Questa condizione, però, vale solo per coloro che rientrano nel sistema misto o retributivo ed hanno iniziato a lavorare prima del 1996.
Quali condizioni per chi rientra nel calcolo secondo il metodo contributivo
Lavorare dopo la pensione: come funziona il cumulo dei redditi? Nei casi in cui il contribuente sia entrato nel mondo del lavoro successivamente al 1996, cambiano le condizioni. Questo perché tali lavoratori rientrano nel sistema interamente contributivo ed il calcolo della loro pensione avviene secondo le regole consultabili qui. Per tali lavoratori, il cumulo può avvenire soltanto se è presente almeno una di queste condizioni:
1) maturazione di almeno 40 anni di contributi;
2) raggiungimento del 65° anno di età per gli uomini e il 60° per le donne;
3) raggiungimento dei 61 anni di età e contestuale maturazione di 35 anni di contributi.
Se si soddisfa almeno una di queste condizioni, allora si può procedere con il cumulo dei redditi per intero. La questione è differente è più limitante per chi accede alla pensione con Quota 100. In tale caso, esistono delle incompatibilità con il cumulo fino al raggiungimento dell’età per la pensione di vecchiaia.
Lavorare dopo la pensione: come funziona il cumulo dei redditi per i beneficiari di assegno di invalidità
Per gli invalidi come funziona? Chi percepisce un assegno ordinario di invalidità può cumulare quest’ultimo con il reddito da lavoro con delle riduzioni:
A) il 25% se il reddito da lavoro è 4 volte superiore al trattamento minimo annuo (cioè € 515,07 per l’anno 2020);
B) il 50% se il reddito da lavoro è 5 volte superiore al trattamento minimo.
Ecco, quindi, a quali eventuali decurtazioni va incontro il pensionato che inizia nuovamente a lavorare durante gli anni del collocamento in quiescenza.