In una intervista in TV in prima serata, il Ministro delle Finanze, Gualtieri, ha detto molte cose utili per capire il futuro dell’Italia. Ma molto utili e indicative sono state anche le cose che non ha detto. Alle volte nel linguaggio della politica è più importante ciò che non viene detto da ciò che è esplicitato. Ieri il ministro Gualtieri a domanda specifica che riguardava direttamente i soldi degli italiani ha risposto in modo ambiguo. Cosa non ha detto ieri il Ministro delle Finanze?
Cosa sa il Ministro delle Finanze che non dice?
Il Ministro delle Finanze Gualtieri è stato ospite di una trasmissione in prima serata su una rete televisiva nazionale. A domanda diretta del conduttore se l’Italia ha soldi in cassa da qui alla fine dell’anno, Gualtieri avrebbe potuto rispondere semplicemente di sì. Tutti si sarebbero rasserenati. Ma non lo ha fatto. Non ha risposto di sì, ma si è affidato a un panegirico complicato sui fondi, lo sviluppo, l’impegno a fare il meglio ecc.
Perché il Ministro non ha risposto semplicemente di sì? Forse perché non poteva rispondere così? Forse lui sa qualcosa che noi non sappiamo? Ha dei dati che gli impediscono di dire adesso che l’Italia ha per ora soldi in cassa solo per un tot numero di mesi?
D’accordo, sono ipotesi, ma la mancata rassicurazione del Ministro delle Finanze è un fatto. Ma cosa c’entra l’attacco del Governo al risparmio degli italiani e cosa il Ministro delle Finanze non dichiara esplicitamente?
L’attacco del Governo al risparmio degli italiani e cosa il Ministro delle Finanze non dichiara esplicitamente
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Restiamo ai fatti. L’Italia potrebbe prendere i soldi del MES, Meccanismo Europeo Salvastati. Sarebbero disponibili, pronti. Lo ha detto anche il Ministro ieri. Ma non lo fa. Perché c’è una parte della maggioranza che sostiene il Governo Conte 2 che è contraria. Però quei soldi servirebbero. E allora il Governo a corto di liquidità gli chiede agli italiani in prestito.
Gli italiani hanno quasi 1500 miliardi di risparmio in giacenza sui conti correnti e di deposito. Per arrivare a una parte di questi 1500 miliardi, a maggio il Governo ha emesso il BTP Italia pensato solamente per i risparmiatori nazionali. Una obbligazione governativa a 5 anni. Di fatto un prestito che gli Italiani fanno allo Stato. Ma 14 miliardi sono meno dei 20 nuovi miliardi di risparmio che nel bimestre marzo-aprile sono affluiti sui conti correnti bancari. E quindi il Governo ha capito che può e deve osare di più.
Il nuovo BTP Futura per attingere al risparmi degli italiani
Così il Governo a luglio ci riprova con il BTP Futura. Questa volta con durata 10 anni e sempre rivolto, attenzione, ai soli risparmiatori italiani. Avrà un rendimento sicuramente superiore al BTP Italia e certamente superiore al BTP decennale attualmente in circolazione.
Questa volta si punta a ben più dei 14 miliardi raccolti con il BTP Italia. A cosa serviranno questi soldi? A mandare avanti la macchina dello Stato: pensioni, stipendi della pubblica amministrazione. Oppure a sostenere i bonus fiscali vari. A prorogare la CIG e le varie forme di reddito a sostegno della popolazioni, ecc.
Tra rinvii delle imposte e minori incassi da IVA, nel primo quadrimestre le mancate entrate tributarie e contributive dello Stato sono ammontate a 5,6 miliardi. E poi ci saranno da aggiungere le mancate entrate del secondo quadrimestre. E le spese che lo Stato sta sostenendo e sosterrà a seguito della emergenza Covid. Un mare di miliardi che mancano all’appello e che andranno trovati.
Se i soldi raccolti col BTP Italia e Futura non basteranno, partirà una terza emissione, probabilmente un trentennale. E se non sarà sufficiente, si arriverà alla emissione delle obbligazioni irredimibili
Il rischio vero di chi sottoscrive i BTP patriottici
L’attacco del Governo al risparmio degli italiani e cosa il Ministro delle Finanze non dichiara esplicitamente, sono due lati della stessa medaglia. Il BTP Italia, il BTP Futura sono creazione di nuovo debito, ma che rimane all’interno dei confini italiani. Diciamo in famiglia.
Se la tua banca, o una finanziaria, ti fa un prestito, poi i soldi li rivuole. Altrimenti scattano i provvedimenti di recupero forzoso. Se un familiare, o un parente, ti fa un prestito, i soldi li rivuole. Ma in caso di mancato rimborso, sarà più facile trovare un accordo, magari con una restituzione parziale. In gergo aziendale si chiama ristrutturazione del debito.
Romanzo o probabile realtà?