Secondo Banca d’Italia tra il 2000 ed il 2016 sono stati oltre 3 milioni gli italiani che hanno ricevuto i sussidi di disoccupazione. E dal 2016 ad oggi, la percentuale è aumentata ancora.
Un notevole aumento si è registrato dopo le riforme Fornero del 2012 e il Jobs Act del 2015.
Il motivo di questo aumento è dovuto non solo all’avvicinarsi dell’Italia al modello di Welfare nordeuropeo in cui la platea di coloro che ricevono un sussidio è più ampia ma anche alla maggiore durata del sussidio che ha incluso più persone che diversamente sarebbero rimaste escluse.
Assegno di disoccupazione: quando rifiutare un’offerta di lavoro fa perdere l’assegno?
Cos’è la Naspi
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La Naspi (Nuova prestazione di Assicurazione Sociale per l’Impiego) è l’indennità di disoccupazione entrata in vigore il 1°maggio 2015. Essa ha sostituito le precedenti prestazioni di ASPI e mini ASPI per i licenziamenti individuali o collettivi avvenuti prima dell’entrata in vigore del nuovo sussidio.
Spetta ai lavoratori che hanno perso involontariamente il lavoro o che si sono dimessi per giusta causa o sono stati licenziati per motivi disciplinari, a partire dal primo maggio 2015.
L’assegno di disoccupazione: quando rifiutare un’offerta di lavoro fa perdere l’assegno
Il D.Lgs. 150/2015 stabilisce che il “disoccupato che percepisce la Naspi e rifiuta senza un giustificato motivo un’offerta di lavoro congrua e non partecipa alle iniziative di carattere formativo e/o riqualificativo o ai lavori di utilità sociale, perde l’assegno di disoccupazione.
Oltre all’assegno di disoccupazione il lavoratore perde anche lo stato di disoccupazione. Questo stato si potrà successivamente riacquisire, registrandosi al sistema informativo unitario delle politiche del lavoro.
Tuttavia, i disoccupati non sono sempre tali per necessità, purtroppo, ci sono anche i disoccupati per convenienza. Sono molti i “furbetti” che continuano a percepire la Naspi e a rifiutare senza alcuna giustificazione un’offerta di lavoro.
Questo accade perché la norma sulla Naspi non ha considerato che la quasi totalità delle offerte di lavoro al disoccupato che percepisce l’indennità proviene da contatti personali.
Infatti, solo raramente il Centro per l’impiego viene a conoscere che il disoccupato ha ricevuto un’offerta di lavoro e che l’ha rifiutata senza alcuna valida motivazione.
E’, pertanto, necessario far decollare quanto prima un serio e attento sistema di controllo e limitare il numero dei “disoccupati volontari”.
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