Note dolenti per tutti i correntisti bancari. Mantenere grosse somme di liquidità sul nostro conto è sempre più rischioso, questo fenomeno è ormai noto a tutti a causa della norma introdotta sul bail-in.
Bail-in, tradotto dall’inglese, significa “cauzione interna”, o salvataggio interno.
Probabilmente mente è tra le norme più problematiche introdotte nel nostro ordinamento bancario.
Questa procedura non è altro che il recepimento della direttiva europea BRRD ovvero Bank Recovery and Resolution Directive.
In caso di insolvenza bancaria, per la risoluzione della crisi devono intervenire direttamente gli azionisti, gli obbligazionisti e addirittura i correntisti.
Siamo praticamente alla follia. Il correntista che non ha mai avuto nessun coinvolgimento negli atti amministrativi o ha preso impegni verso l’istituto, è costretto a pagare per le azioni di “mala gestio” compiute dagli amministratori dei quali probabilmente non conosce neppure il nome.
Lasciare i soldi sul conto corrente è sempre un rischio e oggi è diventato anche un costo
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Nel risanamento sono attirate, ovvero annullate, le categorie d’investimento più rischiose, per poi passare alle successive.
Quindi prima vengono annullate le azioni, poi le obbligazioni ed infine si passa addirittura ai soldi su conti correnti, depositi e libretti al risparmio.
Limiti del bail-in: non rientrano i depositi sotto i 100.000,00 euro.
Ricordiamo che se un correntista ha più conti ed alcuni cointestati non deve pensare di essere al sicuro se su ciascun conto ha somme depositate inferiori a 100.000,00, queste infatti vengono sommate e sulle somme superiori può essere soggetto a pagare il risanamento.
Da questa procedura espropriativa sono esclusi i dossier titoli ed i fondi sia obbligazionari che azionari, in quanto nominativi.
Una norma entrata in vigore in Italia dal 1 gennaio 2016.
Lasciare i soldi sul conto corrente è quindi oggi più rischioso che nel passato. L’unico rimedio è posizionare tutta la liquidità su titoli o certificati nominativi o depositare i contanti su fondi monetari di scarso rendimento ma molto più sicuri.
Anche possedere comunque giacenze medie annue oltre € 5.000,00 rappresenta un costo, dato che siamo in presenza dei bolli su estratto conto per € 34,20.
7 per mille sulle giacenze medie annue oltre € 5.000,00. Questa piccola cifra può sembrare piccola ma rapportata alla giacenza di € 5.001,00 rappresenta una tassa del 7 per mille e bisogna considerare i costi bancari.
Inflazione come ulteriore costo aggiuntivo.
Oggi a questi costi si aggiunge anche quello legato all’inflazione. Questo fenomeno erode in maniera costante il potere di acquisto dei valori liquidi.
Quindi detenere grosse cifre sul nostro conto è molto pericoloso per non inciampare nel bail-in e conviene tenere sempre le giacenze medie sotto i 5.000,00 per non pagare i bolli.
Nei confronti dell’inflazione l’unico rimedio è investire il più possibile in titoli che possono almeno recuperare in percentuale il costo di questo fenomeno. Insomma, per concludere, possiamo affermare che lasciare i soldi sul conto corrente è sempre un rischio e oggi è diventato anche un costo.