Uno dei top 10 successi di Netflix in Italia. Un successo clamoroso e inaspettato che, in previsione dell’estate, potrebbe anche aumentare. Sono in molti, infatti, a prediligere il consumo di serie televisive anche in questa stagione. Chi ama farlo sotto l’ombrellone, tra piscina, mare e lago, chi alla sera, magari sorseggiando qualcosa di fresco. Ecco il motivo per cui il docufilm che racconta la storia di uno dei più grandi atleti italiani degli ultimi 20 anni potrebbe continuare a sorprendere.
Una storia che ricorda da vicino quella di Marco Pantani, fuoriclasse di Cesenatico, che pagò caramente un’ingiustizia subita mentre era all’apice della carriera. Raccontata in quattro puntate che hanno riscosso un successo immediato. Top ten di Netflix per diverse settimane, per quel che riguarda le docu-serie giornalistiche e, addirittura, nomination ai Nastri d’Argento 2023 nelle cinque migliori produzioni.
Questo sono alcuni dei numeri che riguardano “Il caso Alex Schwazer”, quattro episodi che raccontano la storia del campione olimpico di marcia a Pechino 2008, condannato, dapprima giustamente, per doping prima dei Giochi di Londra e, successivamente, tra molti dubbi, proprio alla vigilia delle Olimpiadi di Rio, quando aveva già scontato la sua pena.
La carriera
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Nato a Vipiteno, in Trentino, nel 1984, Alex, sin da piccolo, ha praticato l’atletica leggera, passando alla marcia da adolescente. Una specialità molto tecnica che, sin da subito, ne ha esaltato il talento. Nel 2005, a Helsinki, iniziò a farsi conoscere al grande pubblico, vincendo la medaglia di bronzo nella 50 km ai Mondiali. Da lì, l’ascesa fu costante e inarrestabile, con un altro bronzo conquistato nella rassegna iridata di Osaka nel 2007, fino allo splendido oro olimpico di Pechino 2008.
Poi, conquistò l’oro agli Europei di Barcellona nel 2010, seppur grazie alla squalifica, quattro anni dopo, del russo Emelyanov, che lo aveva preceduto, a causa di irregolarità nel passaporto biologico.
Quando tutto sembrava pronto per il bis olimpico, che lo avrebbe fatto entrare tra gli immortali della marcia, ecco il fulmine a ciel sereno, sotto forma di squalifica causa doping, durante un controllo a sorpresa. Una vicenda che fece scalpore, visto che coinvolse anche la sua compagna dell’epoca, la pattinatrice Carolina Kostner. Schwazer, alla fine, ammise di essersi dopato e pagò con 4 anni di squalifica.
L’ascesa, la caduta, il doping: la serie tv su Schwazer che spopola su Netflix
Il pentimento arrivò, così come la decisione di mettersi nelle mani di coach Sandro Donati, riconosciuto ovunque per la sua lotta al doping e alle ingiustizie, come nel famoso caso Evangelisti, del 1987.
Ecco, forse proprio per questo, quando tutto sembrava pronto per il grande rientro alle Olimpiadi di Rio de Janeiro, nel 2016, fece ancora più scalpore la sua seconda positività. È in questo momento che la serie entra nel vivo per cercare di capire cosa fosse effettivamente successo.
Un primo campione d’urina negativo, successivamente diventato positivo per una piccola percentuale di metaboliti del testosterone. Schwazer e Donati sono increduli, il sogno olimpico sfuma e comincerà la battaglia legale per cercare di dimostrare la tesi del complotto.
Una squalifica di ben 8 anni, con l’aggravante della recidiva, che l’atleta considera ingiusta. Cade in depressione, si sente defraudato del suo sogno. La giustizia italiana gli dà ragione e certifica la manipolazione, ma la Wada (Agenzia Mondiale per la lotta al doping) non accetta questa tesi, conferma la squalifica e gli impone di saltare anche le Olimpiadi di Tokio nel 2021.
Schwazer non si arrende e pensa al clamoroso ritorno a Parigi, quando avrà quasi 40 anni. L’ascesa, la caduta, il doping e tante ombre sul suo caso in una serie tv da guardare con grande attenzione e che farà riflettere anche chi non era a conoscenza di tutti i particolari di questa discussa vicenda.