I composti a base di erbe e aceti sono utilizzati sin dai tempi di Ippocrate, padre della medicina. Nei secoli questi rimedi sono stati tramandati fino ai giorni nostri. Le mani sapienti delle nonne hanno migliorato, raffinato e potenziato le ricette di questi rimedi naturali. L’unico rimedio conosciuto per secoli è stata la medicina naturale, fino alla nascita della farmacologia moderna. Una scienza che però si basa comunque sugli stessi principi cardine, offrendo certamente risultati molto migliori.
I farmaci sono e restano, infatti, il metodo migliore per curarsi. Ma è bello anche sapere che certi rimedi tradizionali, per quanto poco efficaci, sono sopravvissuti alla Storia. È il caso del cosiddetto aceto dei quattro ladri, diventato famoso durante l’epidemia di peste del 1630 raccontata anche da Alessandro Manzoni nei Promessi Sposi. L’antico rimedio per affaticamento, mal di testa e problemi respiratori che stupirà tutti prende il suo nome da una leggenda.
Antiche origini
La storia racconta che durante un’epidemia di peste una banda di quattro ladri fu arrestata mentre depredava i malati fra Tolosa e Marsiglia. Per salvarsi la vita, i malfattori offrirono il segreto che permetteva loro di non ammalarsi: un aceto di erbe miracoloso. Un’altra versione di questa leggenda, meno diffusa, parla di sette ladroni incarcerati che, per salvarsi, inventarono la ricetta mistica per non morire durante la loro pena. I ladri erano infatti condannati a seppellire i morti di peste.
L’antico rimedio per affaticamento, mal di testa e problemi respiratori che stupirà tutti
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A seconda dell’origine della leggenda la base della ricetta sarà quindi di 4 o 7 erbe. Ne esistono tantissime varianti, con l’aggiunta addirittura di fiori, foglie, semi, oli e altri ingredienti. È tuttora venduto in Provenza. Ne esiste anche una versione tradizionale milanese, molto complessa: si riteneva che allontanasse i batteri così come le forze del male.
Fra le molte ricette quella più semplice in assoluto prevede proprio le quattro erbe originali:timo, salvia, lavanda e alloro. In foglie o anche rametti, basterà metterli in infusione in aceto di mele in un vaso in vetro chiuso. Il composto dovrà macerare per 15 giorni a temperatura ambiente. Infine, va filtrato e imbottigliato. Nel XVII e XVIII secolo si utilizzava bagnandosi le mani, le orecchie e le tempie per proteggersi dagli infettati, oppure si ingeriva un cucchiaio di medicamento sciolto in acqua.