L’andamento di alcune materie prime fa temere una possibile recessione

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Segnali contrastanti da diverse parti caratterizzano il panorama geopolitico al ritorno dalla pausa di Ferragosto. Il primo di questi segnali è quello che arriva dalla Cina. In questo caso si parla di sorprese negative che riguardano l’economia di Pechino. Vendite al dettaglio, produzione industriale, mondo del lavoro sono, ad esempio, tutti target mancati secondo gli ultimi dati macro. Tanto da portare le autorità preposte alla conferma di stimoli e sostegni. Ma se da un lato le cifre in arrivo dalla Cina danno da pensare, altrettanto stanno facendo quelle tedesche riguardanti i prezzi all’ingrosso, anch’essi di luglio. Allargando l’esame ad un quadro più ampio, invece, altri elementi da valutare riguardano strettamente la finanza.

Per la precisione dai mercati internazionali che registrano un avvio positivo, spinti anche da alcuni dati sulle trimestrali particolarmente interessanti e che evidenziano come, ad esempio negli USA, i consumi non stiano flettendo come temuto. Almeno per il momento. Infatti guardando sul lungo periodo l’andamento di alcune materie prime fa temere un possibile peggioramento della situazione futura. Prima di tutto a causa del rialzo sempre più estremo, del prezzo del gas. Di queste ore la notizia secondo cui Gazprom avrebbe messo in guardia l’Europa per le forniture del prossimo inverno. Una nota che arriva dopo le diverse interruzioni e i vari stop ai rifornimenti, registrati nelle ultime settimane.

L’andamento di alcune materie prime fa temere una possibile recessione

Purtroppo quello del gas è un quadro che si sta complicando di giorno in giorno. Infatti i fattori, almeno quelli ufficiali, che concorrono all’aumento del prezzo della materia prima, sono molti. Alcuni dei quali indipendenti, almeno nell’immediato, dalla volontà del singolo consumatore.

Un esempio è quello della siccità che, in Germania, ha reso difficile la navigazione dei fiumi da parte delle navi che trasportano il carbone, usato come sostituto del gas. Risultato: paradossalmente si è per ora costretti a continuare ad usare il gas in attesa che la situazione si sblocchi. La stessa siccità, quindi il caldo anomalo, ha portato un aumento della richiesta di energia per alimentare i sistemi di condizionamento dell’aria. Parallelamente, sempre in Germania, sembra che la politica che puntava a limitare lo sfruttamento delle centrali nucleari possa essere rivista.

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