In questa prima parte della settimana l’andamento del prezzo del petrolio si conferma erratico vista l’alternanza di forti rialzi e di forti ribassi.
Gli eventi che hanno determinato l’andamento dei prezzi
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I prezzi del petrolio sono aumentati di oltre il 3% lunedì. Questo incremento è stato causato dal crescente rischio di una guerra su vasta scala in Medio Oriente, che ha spinto gli investitori a chiudere le loro posizioni ribassiste accumulate il mese precedente.
La settimana precedente, il Brent era aumentato di oltre l’8% e il crude oil di oltre il 9% rispetto alla settimana precedente. Il più grande incremento in più di un anno. Ciò è stato dovuto al bombardamento missilistico dell’Iran contro Israele il 1° ottobre, che ha suscitato timori che la risposta di Israele potesse colpire le infrastrutture petrolifere iraniane. Se ciò dovesse accadere, i prezzi del petrolio potrebbero aumentare di altri 3-5 dollari al barile, secondo Andrew Lipow, presidente della Lipow Oil Associates.
In Medio Oriente, Hezbollah, sostenuto dall’Iran, ha lanciato razzi contro Haifa, la terza città più grande di Israele. Israele, nel frattempo, sembra pronto ad ampliare le incursioni di terra nel sud del Libano nel primo anniversario della guerra di Gaza, un conflitto che si è diffuso in tutta la regione. Gli analisti di Tudor, Pickering, Holt & Co hanno evidenziato il crescente rischio che il conflitto possa continuare a intensificarsi, mettendo a rischio la produzione di petrolio dell’Iran e causando ulteriori interruzioni nell’offerta regionale.
Nonostante le tensioni geopolitiche, i prezzi del petrolio sono scesi mercoledì a causa della debole domanda e dell’aumento delle scorte statunitensi, che hanno controbilanciato il rischio di interruzioni dell’offerta causate dal conflitto in Medio Oriente e dall’uragano Milton negli Stati Uniti.
Possibile cessate il fuoco in Medio Oriente?
Un possibile cessate il fuoco tra Hezbollah e Israele ha contribuito a far scendere i prezzi del petrolio del 4% martedì. Tuttavia, i mercati restano prudenti rispetto a un possibile attacco israeliano alle infrastrutture petrolifere iraniane. Il mercato petrolifero continua a essere vulnerabile alle correzioni a causa della narrativa macroeconomica ribassista, centrata sulla debole crescita della domanda in Cina, il più grande importatore di greggio al mondo. La U.S. Energy Information Administration ha abbassato le previsioni di domanda per il 2025 a causa della debole attività economica in Cina e Nord America.
Le scorte di petrolio degli Stati Uniti sono aumentate di quasi 11 milioni di barili la scorsa settimana, molto più di quanto previsto dagli analisti. Nonostante ciò, l’attenzione rimane concentrata sulle possibili conseguenze di un attacco israeliano alle infrastrutture petrolifere iraniane, che potrebbe far salire i prezzi in modo significativo.
Il giudizio di Goldman Sachs
Infine, Goldman Sachs prevede che il Brent possa aumentare di 10-20 dollari al barile in caso di interruzioni della produzione iraniana, ma se non si verificassero importanti interruzioni, i prezzi potrebbero stabilizzarsi intorno ai livelli attuali.
L’andamento del prezzo del petrolio si conferma erratico: cosa fare? Le indicazioni dell’analisi grafica
L’andamento incerto delle quotazioni nel corso delle ultime settimane, conferma la situazione molto incerta. I rialzisti, infatti, per prendere il sopravvento devono sperare in una chiusura settimanale superiore a 77 $. In questo caso il rialzo potrebbe continuare fino in area 90 $. Viceversa, i ribassisti potrebbero accelerare nel caso di chiusure settimanali inferiori a 67 $. In questo caso il ribasso potrebbe svilupparsi secondo lo scenario indicato in figura dalla linea tratteggiata.
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