Ad un certo punto, nella vita, investire il proprio denaro diventa un’operazione quasi inevitabile. Ci si accorge che far fruttare il provento del proprio lavoro può essere più soddisfacente e conveniente del lavoro stesso. Per i non addetti ai lavori è, però, spesso difficile puntare sul cavallo giusto. Tra le tante possibilità, investire nel mattone rimane uno dei modi più sicuri.
Sia che serva a soddisfare le esigenze di vita come a creare un nido per la propria famiglia. Oppure come entrata aggiuntiva dello stipendio. Nel lungo periodo l’investitore, con le giuste diritte, potrà far fruttare gli sforzi di una vita.
L’Agenzia delle Entrate sanzione con un aumento delle tasse fino al 30% il contribuente che acquista un immobile sbagliando nel presentare questa importante documentazione
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Uno degli investimenti più diffusi, e molto amati dagli italiani, è l’acquisto della casa di proprietà. La legge prevede una serie di agevolazioni fiscali al fine di favorire l’acquisto della prima casa. In particolare, il contribuente non deve pagare imposta di bollo, tributi speciali catastali e tasse ipotecarie sugli atti con imposta di registro. La legge prevede anche una riduzione dell’imposta di registro in caso di acquisto da parte di un privato. Oppure la riduzione dell’IVA se acquista un’impresa.
Il contribuente che voglia usufruire di queste agevolazioni deve rispettare alcuni requisiti e condizioni. Intanto bisogna verificare che l’immobile rientri in una delle categorie catastali previste dalla legge. In particolare, deve trattarsi di abitazioni di tipo civile o economico, di tipo popolare o ultrapopolare, di abitazioni di tipo rurale o villini. Compilare correttamente la documentazione relativa all’acquisto dell’immobile risulta fondamentale. Questo perché l’Agenzia delle Entrate sanziona con un aumento delle tasse il contribuente che sbaglia nel presentare la documentazione.
L’acquisto della prima casa
L’immobile deve trovarsi nel Comune in cui l’acquirente ha fissato la propria residenza oppure nel Comune in cui lavora. Se risiede in Comune diverso, deve trasferire la residenza in quello dove ha acquistato l’immobile entro 18 mesi. A fronte dei molti benefici ricordati, bisogna prestare attenzione alle regole da seguire. In particolare, alla documentazione da presentare all’Agenzia delle Entrate. Lo hanno ricordato le Sezioni Unite della Corte di Cassazione, con la recente sentenza 13145 del 2022. I giudici hanno spiegato che identificare correttamente la categoria catastale dell’immobile da acquistare è fondamentale.
Questo per due motivi. Intanto perché permette l’applicazione dei vantaggi fiscali ricordati. In secondo luogo, perché evita che l’Agenzia delle Entrate possa sanzionare il contribuente con pesanti multe. Infatti, se si utilizzano i vantaggi fiscali ricordati per una categoria non ammessa di immobili nell’acquisto della prima casa, si rischia un aumento del 30% delle tasse. La legge, infatti, esclude dalle agevolazioni ricordate una serie di categorie catastali. Si tratta di abitazioni di tipo signorile, ville, castelli e palazzi con pregio artistico e culturale. Se il contribuente utilizzasse i vantaggi fiscali per la prima casa nell’acquistare questo tipo di immobili, rischierebbe pesanti sanzioni dell’Agenzia delle Entrate.
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