Tra le voci di spesa che gli italiani maggiormente utilizzano per ridurre l’IRPEF da versare ci sono senza dubbio le spese mediche. Oltre agli scontrini della farmacia per l’acquisto di farmaci e dispositivi medici, tra gli oneri detraibili più utilizzati ci sono senza dubbio i costi del dentista, dell’oculista e così via. Nella maggior parte dei casi parliamo di spese di molte centinaia di euro che determinano in sede di dichiarazione dei redditi un netto vantaggio per i contribuenti. Non sempre però queste spese mediche possono essere scaricate. Il contribuente deve controllare bene se determinate spese mediche possono essere detratte nel 730. Infatti si corrono diversi rischi nel portare in detrazione spese che invece non andrebbero inserite nel modulo.
L’Agenzia delle Entrate o il datore di lavoro rimborseranno a luglio questi furbetti che inseriscono queste spese senza sapere che finiranno in guai seri
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Ogni 1.000 euro di spesa dentistica il contribuente recupera 190n euro ai fini fiscali. Infatti anche per questo genere di spese la detrazione spettante è pari al 19% della spesa sostenuta. Nel 2022 i contribuenti italiani porteranno in detrazione dalle tasse le spese sostenute dal primo gennaio 2021 al 31 dicembre 2021.
Vige il principio di cassa, perché le spese sostenute e il loro relativo pagamento devono essere completate proprio entro l’ultimo giorno dell’anno scorso. Anche le spese mediche sono state influenzate dalla lotta all’utilizzo del denaro contante. Per poter diventare detraibili, le spese mediche di qualsiasi genere, ad esclusione degli acquisti nelle farmacie, devono essere pagate utilizzando strumenti tracciabili. Mentre in passato bastava la fattura del dentista o dello specialista, adesso c’è quest’altro obbligo. Infatti presentato la dichiarazione dei redditi al CAF, questi professionisti chiederanno al contribuente la presentazione della solita fattura, ma anche la copia della ricevuta del bonifico o del pagamento elettronico.
Molti i rischi che si corrono per recuperare l’irrecuperabile
Qualsiasi spesa e quindi anche quelle mediche, pagate in contanti non danno diritto alla detrazione. Un problema che al CAF non si materializza perché i professionisti del settore chiederanno la documentazione. Chi utilizza la dichiarazione precompilata e la trasmette da solo invece, può lo stesso inserire la spesa. Infatti nulla vieta al contribuente di inserire comunque il corrispettivo pagato per la spesa sostenuta. E l’Agenzia delle Entrate o il datore di lavoro rimborseranno il richiedente. Sarà poi in un eventuale controllo documentale da parte del Fisco che potrebbero emergere i problemi. Infatti portare in detrazione spese non detraibili, significa incidere in maniera radicale sull’imposta da versare.
La minore imposta versata dovrà essere restituita al Fisco nel momento in cui emerge che il contribuente ha utilizzato una detrazione non spettante. Oltre al versamento dell’imposta non versata precedentemente, il contribuente può essere assoggettato a sanzioni e interessi. In pratica, per via della detrazione non spettante, il contribuente finirà col pagare di più rispetto a quanto avrebbe dovuto pagare senza furberie. Il contribuente che ha pagato in contanti una spesa, ha commesso un errore irreversibile. Non si può recuperare nulla da quella spesa. Dal momento che nulla è cambiato però rispetto all’anno scorso, i contribuenti devono prepararsi al meglio per le dichiarazioni dei redditi dell’anno prossimo. Servirà attenzione al metodo di pagamento utilizzato per le spese che si sostengono nel 2022. Il contribuente deve evitare quindi di pagare visite e analisi in contanti.
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