Con il modello 730 i contribuenti possono portare in detrazione tutte le spese detraibili previste dal TUIR e sostenute nel 2021. Tra le tante spese, ce ne sono alcune che riguardano eventi particolari o sporadici. Per esempio le spese funebri. Si possono scaricare dal reddito le spese dell’impresa di pompe funebri e per la tumulazione della salma. Ma bisogna saper bene come portare in detrazione queste spese. Non tutti infatti ne hanno diritto.
L’Agenzia delle Entrate negherà il rimborso alla vedova che commette questo errore di pagamento delle spese per il marito defunto
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Scaricare dal 730 le spese funebri come per tutte le altre spese detraibili significa recuperare il 19% di quanto speso. Evidente che perdere questa detrazione può essere un grave danno. Soprattutto per via dell’elevato costo di questo genere di spese. Per giustificare la detrazione e quindi per essere in linea con la normativa vigente è necessario che il pagamento all’agenzia di pompe funebri risulti effettuato con strumenti di pagamento elettronici.
Per questo motivo chiunque ha provveduto a pagare in contanti queste spese all’agenzia di pompe funebri non avrà diritto alla detrazione. A dire il vero, nulla vieta di inserire queste detrazioni anche se pagate in contanti. La tracciabilità del pagamento però è uno degli aspetti da tenere in considerazione nel momento in cui Agenzia delle Entrate avvia un controllo fiscale. Il Fisco ha il potere di chiedere le prove documentali di ogni spesa. Per le spese funebri, oltre alla fattura serve anche la copia della ricevuta del POS, de bonifico e così via. Se l’accertamento dell’Agenzia delle Entrate da esito negativo sulle prove documentali, i guai possono essere seri.
La vedova incapiente e il pagamento elettronico
Oltre a restituire la maggiore detrazione fruita il contribuente può essere assoggettato anche a pesanti multe. Ma non c’è solo il sistema di pagamento a minare il diritto a godere delle detrazioni per le spese funebri. Statistiche alla mano le spese funebri sono quelle che maggiormente vengono perdute da contribuenti che non hanno chiaro come funziona la normativa in materia fiscale. La fattura dell’impresa di pompe funebri infatti deve essere intestata a colui che effettua il pagamento.
In genere è sempre il coniuge a portare in detrazione questa tipologia di spese. Prima di effettuare il pagamento sarebbe meglio controllare la propria capienza fiscale. Infatti gli incapienti perderanno il diritto alle detrazioni. Chi non ha IRPEF a sufficienza infatti perde il diritto a godere dei vantaggi fiscali in materia di detrazione per le spese funebri. Nulla vieta ad un parente diverso dal vedovo, di scaricare le spese per proprio conto.
Per non lasciare la detrazione allo Stato infatti sarebbe opportuno far scaricare le spese funebri ad un soggetto capiente. In questo modo le detrazioni non verrebbero perdute. Il controllo della capienza fiscale va fatto in maniera preventiva. Un tipico esempio è il controllo delle certificazioni uniche. Per esempio un titolare di assegno sociale o di una pensione integrata al minimo difficilmente avrà una capienza fiscale tale da poter godere delle detrazioni. E sono tanti casi in cui il coniuge di un defunto non ha redditi propri o lavoro dipendente. In questo caso inutile intestarsi le spese funebri, intestarsi la fattura, e provvedere al pagamento. Infatti anche se effettuato con gli strumenti idonei, l’Agenzia delle Entrate negherà il rimborso.
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