Se è vero che i soldi non bastano mai, la situazione è ancor più grave nei periodi di alta inflazione. Dalla frutta alla pizza, dalla carne al pesce, dai viaggi al carburante, oggi tutto costa molto di più. Tra le spese casalinghe, mutuo o pigione assorbono molta parte del bilancio familiare. Al riguardo, se l’affitto di casa ti spoglia lo stipendio mensile di un sacco di soldi è tempo di considerare qualche alternativa.
Da mesi si assiste a rialzi dei prezzi, per cui la paga è come se si fosse rimpicciolita. Uno stipendio da 1.500-2.000 euro netti al mese si fa in fretta a bruciarlo, mentre per maturarlo servono in media 30 giorni. Un vero guaio.
I contributi a fondo perduto per pagare l’affitto casa
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Per i nuclei familiari con particolari difficoltà e/o disagi economici il legislatore (nazionale e locale) da tempo hanno introdotto dei sostegni ad hoc. Si tratta di misure di carattere nazionale o, di norma, comunale che erogano contributi per alleggerire le spese d’affitto.
A seconda dell’Ente di turno, vi è un bando di riferimento con una serie di requisiti da possedere per poter accedere ai fondi stanziati. In genere spaziano da quelli di natura patrimoniale e reddituale, eventuale composizione del nucleo familiare, eventuali requisiti anagrafici e di residenza, etc.
Al riguardo il consiglio più vivo è quello di rivolgersi al Patronato o allo sportello dei Servizi Sociali del proprio Comune. Qui poi chiedere se vi sono o meno fondi ad hoc a cui eventualmente accedere in base ai requisiti richiesti e posseduti. Oltretutto spesso si tratta di sostegni erogati fino a esaurimento del plafond disponibile.
Meglio vivere in città o in provincia?
L’affitto di un appartamento dipende da tanti parametri, due dei quali si rivelano determinanti. Stiamo parlando della superficie e, soprattutto, della sua posizione. Nel mondo degli immobili, la posizione in cui essi sorgono è uno dei fattori che incide maggiormente sulla pigione.
Tutti vogliono vivere in città, magari in centro e in un’area tranquilla, piena di verde e di servizi commerciali e alla persona. La domanda di queste case è alle stelle, i proprietari lo sanno e quindi alzano l’affitto senza problemi. A volte però vivere in periferia o in provincia può risultare la chiave giusta per trovarsi più soldi in tasca. Una pigione mensile di 100, 200 e 300 € in meno vuol dire avere 1.200, 2.400 o 3.600 € in più a fine anno. Inoltre in Provincia la vita costa mediamente meno che in città.
Altrettanto importante è la superficie della propria abitazione. In genere il canone è parametrato anche al numero di ambienti domestici, per cui quelle più grandi costano di più. Nel caso di un single, una coppia senza figli o che vivano ormai fuori, può aver senso avere una casa enorme? Una più modesta consentirebbe di tagliare anche sulle spese di spazzatura, riscaldamento, lavori domestici, etc.
L’affitto di casa ti spoglia lo stipendio mensile di un sacco di soldi?
Un altro trucco per contenere le spese dell’affitto sta a monte, ossia nel periodo dell’anno in cui cercare casa: è l’inverno! Il grosso dei volumi transati sul mercato real estate avviene tra la fine della primavera e l’autunno (pensiamo agli studenti fuori sede). Invece con il freddo la gente è meno restia a traslocare. Morale, nei mesi più cupi dell’anno la domanda di case cala per cui non è impossibile incontrare qualche proprietario “più elastico” sui prezzi.
Infine ecco l’idea della condivisione per abbattere le spese d’affitto senza voler per forza rinunciare alla comodità del centro città o della grande superficie abitativa. Oltretutto una grande casa è probabile dia dotata di doppi servizi, perfetta per due persone. Ora, meglio pagare 500 € per un micro appartamento in centro (forse senza balconi e altre comodità) o dividere 1.000 € di pigione mensile e avere 100 mq di casa in centro?
Valutazioni molto personali, che mirano tutte alla stessa finalità: farci arrivare a fine mese senza problemi, perché i soldi sono pochi e i prezzi impazziti. Affitti inclusi!
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