La scorsa settimana si è chiusa con un segnale ribassista su tutti i mercati azionari che analizziamo in questa rubrica. Si potrebbe essere all’inizio di una fase ribassista che potrebbe durare anche qualche mese. Questo, se di volta in volta, non cambieranno le carte in tavola e i mercati si riporteanno con rialzi convincenti nuovamente verso l’alto. Al momento, i primari obiettivi ribassisti sembrerebbero più sotto degli attuali di almeno il 3/5%.Non si esclude a priori, che dopo un +50% circa dai minimi di ottobre del 2022, e del +25% da quelli dell’ottobre 2023, ora si possa scendere anche del 10/15% almeno. E lo si potrebbe fare anche fino a giugno, se non oltre. Le statistiche sono a favore del 2024, e in base alle serie storiche l’anno dovrebbbe chiudere con un rendimento del 7/10%. Questo è quanto è capitato nelle serie storiche dal 1898 ad oggi per il quarto anno del ciclo presidenziale americano e il quarto anno del decennio. L’ipotesi rialzista poi è stata rafforzata dal barometro di gennaio, che come da serie storiche, ha indicato una probabilità del 94% che l’anno possa chiudere in positivo. Ora la volatilità si è impennata e i grafici sembrano chiamare ribasso. Si avvicinano tempi non buoni per chi punta sul rialzo dei prezzi azionari?
Il Vix e lo scenario di medio lungo termine
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A giugno si svolgeranno le elezioni europee e queste daranno indicazioni sulla stabilità politica ma anche sui rapporti a livello internazionale dell’are Euro. A novembre invece, si voterà negli USA e la grossa incognita sarà Trump. In caso di una sua vittoria, lo scacchiere attuale della politica internazionale potrebbe subire un drastico mutamento.
Per quanto riguarda il lungo termine dei mercati, la nostra prevsione, basata sulle serie storiche dal 1898 ad oggi dà queste indicazioni:
La tendenza decennale ha girato al railzo nel corso del 2023 e quindi fra alti e bassi (anche ribassi del 15%) si potrebbe giungere a un massimo rilevante fino al 2027. Fra il 2027 e il 2028 si potrebbe verificare un ribasso molto forte, anche superiore al 30%.
Le continue e crescenti tensioni geopolitiche, con fonti statunitensi che riferiscono di un probabile imminente attacco dell’Iran contro Israele, e il procratinarsi del primo taglio dei tassi da parte delle Banche centrali, ha fatto impennare del 15% il Vix durante la gironata di venerdì scorso. Il derivato su base settimanale e mensile sembrebbe voler formare uno swing railzista che in altri tempi similari ha portato a ribassi di almeno il 10/15%. Si ripeterà anche stavolta?
La volatilità si è impennata: focus su Stellantis e Unicredit
Le azioni Stellatis hanno chiuso la scorsa settimana al prezzo di 24,385 formando uno swing settiamanale ribassista secondo i nostri modelli statistici. Durante questa settimana solo sopra 26,41 il ribasso iniziato subirebbe un arresto. Se il ribasso continuasse il primo obiettivo per le prossime settimane potrebbe essere area 21,62, da dove passa la lingua dell’Alligator indicator su base mensile.
Le azioni Unicredit hanno chiuso la scorsa settimana al prezzo di 34,045 formando uno swing settiamanale ribassista secondo i nostri modelli statistici. Durante questa settimana solo sopra 35,65 il ribasso iniziato subirebbe un arresto. Se il ribasso continuasse il primo obiettivo per le prossime settimane potrebbe essere area 30,84, da dove passano i denti dell’Alligator indicator su base mensile.
La volatilità si è impennata e ora se la storia si ripeterà alle porte ci potrebbero essere anche giornate di panico. Vedremo cosa accadrà.