La verità sull’olio extravergine di oliva, dalla scadenza allo smaltimento che potrebbe inquinare ed entro quando andrebbe consumato

olio extravergine di oliva

L’olio extravergine di oliva è un prodotto di cui l’Italia va fiera. Si tratta di un prodotto tipico dell’eccellenza italiana. Ma sull’olio extravergine di oliva ogni volta, le discussioni e i dubbi sono molteplici. Riconoscere un olio buono e biologico non è cosa facile. Sull’olio di oliva le dicerie sono sempre tante. A partire da quelle che sostengono come sia un prodotto privo di scadenza o di facile smaltimento. 

La verità sull’olio extravergine di oliva, dalla scadenza allo smaltimento che potrebbe inquinare ed entro quando andrebbe consumato

L’olio extravergine di oliva è in prodotto assolutamente particolare. E le normative, dalla produzione alla commercializzazione sono altrettanto particolari. Un tipico esempio è la scadenza dell’olio di oliva. Regole fisse in materia non esistono, o almeno non esistono più dopo le modifiche normative del 2016. Infatti il produttore, cioè chi raccoglie le olive e le porta in frantoio per produrre olio, può inserire sull’involucro la scadenza che preferisce. In genere si utilizza la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro”.

In pratica, più che una scadenza vera e propria, si tratta di un consiglio sulla data entro cui consumarlo. L’olio infatti come durata dipende molto da come è conservato. In linea di massima la durata consigliata di un prodotto di questo genere è di circa 18 mesi. Ciò non vuol dire che non ci possa essere un olio che è ancora buono dopo un anno e mezzo, così come non vuol dire che dopo 18 mesi l’olio sia completamente da buttare.

Smaltirlo in maniera appropriata

In linea di massima per capire se l’olio è ancora buono le vie sono solo due. O una analisi di laboratorio, o il naso e l’olfatto di in esperto certificato. Quando una persona acquista un olio però, oltre alla data di imbottigliamento dovrebbe guardare all’anno di raccolta. Infatti non è raro trovare bottiglie imbottigliate nel 2022, ma con olio proveniente dalla campagna 2019. In questo caso è evidente che il processo di imbottigliamento è sopraggiunto con un olio datato. Che può essere anche migliore di un olio proveniente da una raccolta più recente, perché conservato meglio.

Ma seguendo le direttive ed il consiglio sui 18 mesi dalla molitura, sarebbe meglio controllare la campagna di raccolta. Per quanti invece, rovistando in casa o in cantina, trovano una bottiglia di olio vecchio di anni, meglio evitare di utilizzarlo. Infatti se trascorrono troppi anni dalla molitura, pare che l’olio extravergine di oliva perda le proprietà organolettiche e nutritive. E commette un errore anche chi lo usa solo per friggere per esempio. Meglio buttarlo via, se non si vogliono spendere soldi per farlo analizzare.

Quella che molti considerano come la verità sull’olio extravergine di oliva però, deve lasciare a tutti il beneficio del dubbio.  L’olio vecchio però va smaltito nel modo appropriato. Infatti essendo un prodotto potenzialmente inquinante, l’olio dev’essere conferito alle strutture autorizzate allo smaltimento o gettato negli appositi depositi, se presenti nelle zone di residenza. 

Approfondimento 

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